Tassullo Materiali: la Corte d'appello revoca il fallimento
I presunti atti di frode contestati alla Tassullo Materiali non hanno provocato danni ai creditori: l'obiettivo era assicurare la gestione provvisoria dell'attività produttiva. E' quanto, in sostanza, ha stabilito la recente sentenza della Corte d'appello di Trento, pubblicata il 18 aprile, che revoca il fallimento dell'azienda di materiali edili e riavvia il concordato preventivo, richiesto nel 2015 a fronte di un buco di oltre 25 milioni di euro.
La storica realtà imprenditoriale della Val di Non era stata dichiarata fallita dal Tribunale il 21 luglio 2016 su richiesta della Procura e dei creditori Sts Polistiroli, Edonet e Buzzi Unicem. Stesso verdetto alcuni mesi dopo per la casa madre Tassullo spa.
Il fallimento però era stato disposto con l’esercizio provvisorio dell'attività, riducendo da 75 a 40 il numero di dipendenti. Nel frattempo erano partite anche le prime aste (finora andate tutte deserte) divise in tre lotti costituiti dalla miniera di Riomaggiore, lotto più appetibile, con le celle ipogee utilizzate dal Consorzio Melinda (9 addetti), dagli stabilimenti di Mollaro e Tassullo (15 e 24 lavoratori) e infine, dallo stabilimento di Mezzocorona, inattivo da tempo. Tornando alla recente sentenza, per i giudici d’appello tutti i presunti atti segnalati dal curatore fallimentare, Alberto Bombardelli, e da alcuni creditori, sono insussistenti.
Queste le motivazioni: la fornitura di cemento alle società controllate Tassullo Beton e Hd System era attività ordinaria e avvenuta in modo trasparente e sotto il controllo del Commissario giudiziale e parte integrante del processo produttivo; il ricorso agli ammortizzatori sociali è stato fatto per far fronte alle esigenze produttive; la proposta ai dipendenti di convertire i loro crediti in capitale sociale era stata fatta per salvare con il coinvolgimento dei sindacati; nessun ostacolo all'attività di vigilanza del commissario.
Ora cosa accadrà? Di fatto la decisione dei giudici non interrompe la procedura fallimentare almeno fino a quando non passa in giudicato e proseguono anche le aste. La prossima è fissata per mercoledì 3 maggio con il valore base sceso a 4,3 milioni di euro. Probabilmente non cambierà nulla nella scenario complessivo ma almeno dà respiro e motivazioni ai circa 600 soci.
“Una bella notizia di Pasqua, un gol decisivo e inaspettato”. Don Franco Torresani già parroco di Coredo, parrocchia terza azionista della Tassullo spa, manifesta la sua soddisfazione con una metafora calcistica “E’ una sentenza che rende giustizia e riconosce la competenza e la rettitudine degli amministratori uscenti (Friedrich Pattis, allora presidente del gruppo e l’ex ad Stefano Odorizzi, ndr ) – commenta ai microfoni di Trentino inBlu –, si riparte incoraggiati anche dall’esperienza del passato quando, negli anni Trenta, lo storico presidente Guido Inama riuscì a risollevare l’azienda in profonda crisi. Oggi in fondo alle grotte ipogee si intravede uno spiraglio di luce”.
Dura la presa di posizione unitaria dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil per i quali “la Tassullo non doveva fallire, ormai il danno è stato fatto e la priorità ora è di salvare i posti lavoro rimasti”. Il timore dei sindacati è ancora che la vendita in lotti apra la strada a speculazioni con ripercussioni sul piano occupazionale. “Si eviti lo spezzatino degli assets societari sul mercato, con la divisione separata delle attività – auspicano in una nota – e quanto prima le offerte siano congrue e che intercettino le volontà del curatore al fine di portare al termine la cessione dei rami aziendali finalizzati alla continuità”.
Nutre la stessa speranza anche la decina di soci di Calce – Cooperativa Anaune Lavoratori Cementieri, nata per salvare l'azienda a fine novembre 2016 su iniziativa di un gruppo di lavoratori ed ex dipendenti del Gruppo Tassullo in cassa integrazione. “Stiamo valutando i prossimi passi – spiega fiduciosa la vicepresidente Milena Brun –, da sempre abbiamo creduto nelle buone prospettive della Tassullo, un patrimonio territoriale impegnato nella ricerca e nell'innovazione”.
Sulla tormentata vicenda della Tassullo Materiali è intervenuto anche l'on. Lorenzo Dellai, sostenitore da presidente della Provincia del progetto celle ipogee. “Credo – ha commentato sulle pagine di un quotidiano locale – che le pubbliche istituzioni e quanti hanno ruoli di responsabilità in questa vicenda – di derivazione giurisdizionale e di tipo privato – dovrebbero riaprire un ragionamento. Ci si lamenta spesso che Bolzano fa gioco di squadra più di Trento a difesa del suo sistema economico. Sarebbe una occasione per dimostrare che anche noi sappiamo agire in questa direzione. (…) Buttare alle ortiche il progetto iniziale senza neppure tentare di cogliere le opportunità offerte dall’ultima sentenza mi sembrerebbe azione poco avveduta. E lascerebbe poi quell’amaro in bocca che sempre si avverte quando l’impressione è quella di una storia 'già scritta'”.
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