La stagione invernale appena passata è stata positiva per i ghiacciai trentini. Questo però non deve far abbassare la guardia. A dirlo sono i risultati dei rilievi glaciologici eseguiti dalla Protezione civile del Trentino in collaborazione con la Commissione glaciologica della Sat e con il MUSE.
Se i rilievi sul ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone nel Parco Adamello Brenta, hanno mostrato accumuli fino a 6 metri di neve invernale sotto la cima Adamello e poco meno di 4 verso la fronte, per i ghiacciai nel Parco dello Stelvio si sono misurati invece per il Ghiacciaio del Careser accumuli medi dai 4-5 metri ai 2.80 nella parte più bassa, mentre per il Ghiacciaio de la Mare accumuli medi tra i 4 ed i 3.5 metri. Le densità rilevate sono variabili dai 400 ai 600 chilogrammi/metro cubo e mostrano una neve che nonostante le recenti nevicate primaverili si è già parzialmente trasformata.
Nonostante gli accumuli rilevati siano formati da neve precipitata soprattutto nel periodo tardo-primaverile, sono paragonabili a quelli di buone annate, come quelli rilevati dopo l’inverno 2001.
“Quello che emerge – dice il presidente della Sat Cristian Ferrari – è che salvo un’evoluzione calda dell’estate, ci sono buoni presupposti perché l’abbondante copertura nevosa rilevata permanga sui ghiacciai almeno alle quote più alte contribuendo alla formazione di nuovo ghiaccio. Le condizioni di nevicate eccezionali nell’inverno appena trascorso non ci mettono comunque al riparo dall’attenzione che dobbiamo avere per una situazione glaciologica che rimane critica nel suo complesso”.
Intanto, per quest’anno la salute dei ghiacciai si può definire in miglioramento.”In particolare sul Ghiacciaio del Careser, dove si effettuano rilevazioni fin dal 1967 – aggiunge Mauro Gaddo, direttore Ufficio previsioni pianificazioni della Provincia – è stato calcolato un contenuto d’acqua all’interno del manto nevoso pari a 1891 mm, valore appena inferiore ai 1900 mm registrati nel 1977 che costituiscono il record della serie storica”.
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