Trento, 21 maggio – “Trentino, number one!”. Piero Angela esordisce con una benevola e sincera captatio benevolentiae. La sua “lezione” al teatro Sociale di Trento, lunedì 21 mattina, cattura per oltre un’ora e un quarto l’attenzione di centinaia di studenti e studentesse delle scuole superiori trentine e di un pubblico eterogeneo, di tutte le età. E’ lui, l’illustre divulgatore televisivo, il protagonista della sesta edizione della Bruno Kessler Lecture, voluta proprio per l’eccezionalità dell’ospite in una cornice inedita, quella del Sociale, da Fbk, la Fondazione che ha raccolto l’eredità dello storico Istituto Trentino di Cultura (in sigla: Itc) fondato dall’allora presidente della Provincia di Trento Bruno Kessler e che continua a produrre ricerca di alto livello. Il noto giornalista e divulgatore scientifico, protagonista nella sua lunga vita di una battaglia contro l’ignoranza e per la conoscenza, è stato invitato a Trento dalla Fondazione nell’anno dedicato all’intelligenza artificiale, per discutere su come la tecnologia ha modificato e sta modificando la società.
E Angela non tradisce le attese per quello che a ragione si può definire un evento. Parte subito sparato, con quel riconoscimento alla qualità del pubblico trentino, che – confermano gli ascolti, imprescindibili, ricorda Angela che la televisione la fa, con la Rai, dal 1952 – è affezionato spettatore della sua creazione di maggior successo, “Superquark”. “A giugno – informa Angela – riprenderemo con nuove puntate”.
Rivoluzione digitale e democrazia
Trentino campione d’ascolto anche nel catino del teatro Sociale, gremito e attento. Si parla di tecnologia, di innovazione e della paura che abbiamo, tutti, del cambiamento. “”Mio padre – racconta Angela – è nato nel 1875, era contemporaneo di Garibaldi. E ha visto i primi satelliti! Al tempo dell’Unità di Italia il 70 per cento delle persone viveva del lavoro nei campi; oggi in Italia solo il 4 per cento della popolazione vive di agricoltura, in America addirittura l’1 per cento. Nell’arco di due generazioni siamo passati alla scuola di massa, che con l’alfabetizzazione ha creato la democrazia, vera, che prima non esisteva”. Ora si prospetta una nuova, grande rivoluzione: quella digitale, con le macchine che, “in parte”, osserva Angela, sostituiscono tanti lavori umani. “Dove andremo a finire? La mia preoccupazione è che questo sviluppo non crei troppo rapidamente disoccupazione. Molte operazioni che fino a poco tempo fa ci richiedevano di recarci a uno sportello oggi le possiamo fare da casa, on-line. Penso alle banche che chiudono gli sportelli e hanno molti meno impiegati; o all’acquisto dei biglietti ferroviari. Anche i giornali hanno grandi problemi, sono aumentati i rischi, ci sono le ‘fake news’…”.
L’informazione e le fake news
Lo stesso Angela è stato vittima di fake news. “Un paio di volte è stata annunciata la mia morte”, dice, suscitando un’apotropaica risata tra il pubblico. Racconta Angela: “Una volta ero a Camogli. Mi chiama il direttore dell’agenzia Adnkronos. Fa una pausa imbarazzata. ‘Come sta?’, mi chiede. Mi chiama l’amico Bruno Bozzetto, un genio, con il quale a Superquark abbiamo creato tante animazioni. Mi chiama. ‘Piero, sei vivo?’. La Rai stava già preparando un programma su di me…”. La questione vera, spiega Angela, alla radice delle fake news è la necessità di fare soldi: “Si studia come far aumentare il pubblico, i numeri dei contatti… è un meccanismo terribile, servono regole, serve una bonifica di Internet alla radice”.
Ma la tecnologia ha creato anche cultura, innovazione. Pensiamo al libro. “Un libro – Angela torna a rivestire i panni dell’insuperabile divulgatore – è un oggetto tecnologico: servono la carta, gli sbiancanti, le colle, e poi stampatrici e lettori. Il libro ha permesso a dieci milioni di italiani di andare a scuola e produrre – invece che cibo – cultura. Nel Medioevo per fare un libro ci voleva un gregge di pecore e un esercito di amanuensi… ma tanto nessuno sapeva leggere!”. Poi è arrivato il libro di carta, i metodi di produzione sono stati perfezionati. Vale a dire: non bisogna avere paura della tecnologia, ma piuttosto saperla gestire bene. Qui entra in gioco la scuola.
“Coltivate la curiosità”
“A scuola mi annoiavo terribilmente ed ero uno studente mediocre. Quando ho fatto il classico io non si insegnava il metodo scientifico. L’ho scoperto dopo. Mi sono appassionato ai grandi temi: come è nato l’universo, come è nato l’uomo, il macro e il micro… Come si può non essere curiosi?”. La scuola, dice Angela rispondendo alla domanda di uno studente del liceo Maffei di Riva del Garda sull’Alternanza scuola lavoro introdotta dalla riforma dell’istruzione sotto il governo Renzi (la cosiddetta “Buona Scuola”), può utilmente offrire una formazione di base per un lavoro, ma deve soprattutto insegnare a imparare metodi, spendibili poi nella prospettiva del lavoro – o, meglio, dei lavori futuri. “Ma ricordate – dice Angela agli studenti e alle studentesse che affollano platea e palchi del Sociale -, le aziende cercano chi si è laureato bene nei tempi giusti, persone che si impegnano… Cercate sempre l’eccellenza”. Come ha fatto lui nel corso della sua lunga vita (quest’anno compirà 90 anni). “Vado in prima serata con ottimi ascolti”, osserva compiaciuto. “I testi dei miei programmi li scrivo a mano, li rivedo, li rifaccio. E’ così che ho potuto attraversare varie epoche, adeguandomi al modo sempre nuovo in cui si fanno radio e televisione”. La scuola, aggiunge, “è una parte del discorso”. Conta “l’impegno personale”; “La bacchetta magica non esiste. Ci sei tu con la tua capacità e il tuo non essere mai soddisfatto”, conclude rivolto a tutti e a ciascuno. E’ su questi presupposti che a Torino Angela ha lanciato “Costruire il futuro”, un nuovo “format” di conferenze rivolte a ragazzi e ragazze “che non si accontentano”, che sarà ripreso il prossimo anno da Fbk con l’Università e la Provincia autonoma anche a Trento. Ad assicurarlo, rassicurando Angela, è Francesco Profumo, presidente della Fondazione Bruno Kessler.
La Bruno Kessler Lecture, l’appuntamento istituzionale per eccellenza della Fondazione, era stata introdotta da Massimo Sideri, editorialista del Corriere della Sera e responsabile del Corriere Innovazione, moderatore della tavola rotonda che ha messo a confronto il presidente di Fbk Francesco Profumo, l’assessora all’Università, Ricerca, Politiche giovanili della Provincia autonoma di Trento Sara Ferrari, il rettore dell’Università di Trento Paolo Collini e la dirigente del Dipartimento della Conoscenza della Pat Livia Ferrario sul tema della tecnologia, della Intelligenza Artificiale – che negli anni Ottanta e Novanta vide dentro l’Itc l’Irst pioniere e precursore in Italia e in Europa -, sul ruolo dell’educazione e sul nuovo lavoro.
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