Torna a Rovereto il “Festival delle lingue”, un’occasione per confrontarsi sul tema delle lingue nella scuola
Anche quest'anno l’istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa (Iprase), in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, il Comune di Rovereto, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e il Patrocinio della Commissione Europea, organizza a Rovereto il “Festival delle lingue”. Un’occasione di incontro tra docenti impegnati nell’insegnamento delle lingue, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, nell’intento di stimolare la discussione e la riflessione sul tema delle lingue oggi, dai classici come greco e latino, ai linguaggi contemporanei fino alle lingue parlate nel mondo, senza dimenticare il Piano Trentino Trilingue. Una kermesse professionale, nella quale verrà dato spazio a tutte le novità che, in tema di formazione linguistica, investono il mondo scolastico.
Per questa, che è la terza edizione, gli organizzatori hanno previsto tre possibili percorsi: per docenti ed educatori della scuola dell’infanzia e primaria, per docenti ed educatori della scuola secondaria, ed uno anche per studenti e genitori.
Saranno presenti 40 scuole, 70 docenti, 50 esperti e 400 studenti che offriranno ben 150 workshop, dove sarà possibile approfondire temi metodologici e didattici sull’insegnamento e apprendimento delle lingue, oppure consultare le novità editoriali del settore e conoscere buone pratiche realizzate nelle scuole, così da allargare la propria prospettiva, dal latino al greco, dall’italiano al tedesco, dall’inglese alle lingue di minoranza, senza escludere altre lingue. Un’occasione per “approfondire l’educazione al plurilinguismo come tratto irrinunciabile della società”.
Per gli studenti ci sarà la possibilità di scoprire nuove opportunità di mobilità, alternanza scuola/lavoro e studio all’estero, con un occhio alle nuove tipologie di certificazioni linguistiche.
Faranno poi da cornice al festival quattro spettacoli teatrali di alunni della primaria e della secondaria, in cui il plurilinguismo diventa veicolo di un messaggio di pace, solidarietà e inclusione, per ricordarci che “la scuola può diventare ponte tra le famiglie migranti e la società, facilitandone l’inclusione”.
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