Le materne, un’ecosistema

Il vescovo Tisi raccomanda alla Federazione l'attenzione “ai volti e alle storie personali”

In dieci anni le iscrizioni alle scuole materne del Trentino sono calate del 20%. Un calo dovuto al crollo delle nascite, ma anche al ritorno nel proprio Paese d’origine di molte famiglie di immigrati. E’ il dato preoccupante, anche per le ricadute occupazionali, emerso fra l'aaltro dall’Assemblea annuale  della Federazione scuole dell’infanzia svoltasi domenica scorsa a Ravina.

“Patto associativo e alleanza istituzionale. Essere e stare insieme per educare” è il tema attorno a cui si è sviluppata la relazione del presidente Giuliano Baldessari: “Vogliamo recuperare il valore del nostro ecosistema, il ruolo delle singole scuole all'interno dell'intero sistema – ha riassunto Baldessari ai microfoni di radio Trentino inBlu – vorremmo poter garantire investimenti in futuro, per garantire qualità educativa ed anche una ricerca su progetti innovativi e formativi”.

Secondo Baldessari, “la formazione è via via diventata più dinamica e differenziata, sviluppando collegamenti e interconnessioni anche tra i diversi circoli e articolando in maniera sempre più approfondita temi quali il lavoro con piccoli gruppi di bambini, le pratiche interculturali, la progettazione degli spazi e dei tempi della giornata a scuola, il lavorare in modo “scientifico” sul mondo fisico e naturale”. Per il 2018 sarà intensificato il progetto importante di accostamento alle lingue straniere ed è stato presentato in assemblea il volume “Piccole guide per grandi scoperte” per lasciare un segno riconoscibile di ciò che ogni giorno ciascuna scuola fa per promuovere confronto culturale attorno ai bambini e con i bambini. Interamente rinnovato si presenta anche il sito della Federazione. Durante l'Eucaristia l’Arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi ha incoraggiato i dipendenti e i gestori volontari delle 133 scuole nella loro semina educativa ed ha invitato a valore alle biografie di chi ogni giorno dedica tempo ed energie a servizio della comunità. Biografie che sono sguardi, volti, storie di impegno e disponibilità. “ Perché altrimenti le procedure senza la valorizzazione delle biografie rischiano di ridursi a burocrazia, soffocando genialità, creatività, generosità”.

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