“Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali. Verrà un tempo in cui saranno forse ancora attuabili”. Così si conclude la lettera che Anna Frank (Annelies Marie Frank), scrisse il 15 luglio 1944 all’amichetta immaginaria Kitty. È raccolta nel diario ritrovato nell’alloggio segreto ad Amsterdam dal quale, con altri, venne sorpresa e strappata dalla polizia nazista il 4 agosto 1944.
Tra febbraio e marzo 1945, a solo 16 anni, moriva di tifo nel campo di concentramento nazista di Bergen Belsen: due mesi prima della liberazione dell’Olanda.
Di quale strada e di quale orizzonte si può parlare pensando ad Anna Frank che, dall’oscurità del male, guardava il cielo, convinta che tutto si sarebbe volto al bene? Quale, per questa piccola donna, l’orizzonte se non quello di un giorno in cui vedere realizzati i suoi ideali di pace? Risposte impegnative.
La storia di Anna Frank è andata oltre la vita di Anna Frank: la morte non è riuscita a cancellare le tracce di un cammino e di una meta. Ecco la “memoria” che diventa dono offerto da uomini e donne di ieri a uomini e donne di oggi.
Tra questi è Liliana Segre, 87 anni, nominata il 19 gennaio senatrice a vita dal presidente della Repubblica. Una nomina arrivata a pochi giorni dal 27 gennaio, il “Giorno della memoria”. Liliana Segre conobbe a otto anni la proibizione, dettata dalle leggi razziali fasciste, di frequentare la scuola perché ebrea. Poi fu inghiottita dalla mostruosità del nazismo con i campi di concentramento e di morte. “Sento su di me – ha commentato – l’enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica delle voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell’oblio”.
Come non incontrare le parole di Anna Frank in quelle di Liliana Segre, che, uscita dal tempo di un silenzio lacerante, da 30 anni offre il dono della memoria a ragazzi e giovani nelle aule scolastiche? Come non accorgersi che la luce di Anna Frank e di altre vittime innocenti illumina, attraverso il “Giorno della memoria”, le strade e gli orizzonti di quanti non hanno rinunciato a essere uomini? (Sir)
Paolo Bustaffa
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