Perché a Lampedusa? Perché la scuola è chiamata a dare agli studenti gli strumenti necessari a comprendere la realtà. E oggi il tema più impegnativo è quello dei diritti e dei doveri. Chi ha diritto di fare cosa. Cosa dobbiamo fare per chiamarci uomini.
Noi abbiamo diritto a vivere, a stare bene, alle cure, allo studio e al lavoro. Abbiamo il diritto di spostarci in cerca di nuovi paesaggi e culture, per motivi turistici o professionali. Gli altri hanno gli stessi diritti? Gli altri sono uomini o cose, che possiamo andare a prendere se e quando ci servono? Dieci muratori del Ghana, quindici colf ucraine, venti operai siriani.
Abbiamo voluto affrontare con i nostri studenti questi interrogativi per imparare a orientarci nella realtà estremamente complessa in cui viviamo. Al di là delle false informazioni, delle mezze verità, dei pregiudizi ideologici e dei compromessi politici. Le persone coinvolte direttamente dal passaggio dei migranti a Lampedusa, come rappresentanti delle istituzioni, di associazioni o comuni cittadini, ci hanno aiutato a capire.
Quelli che arrivano sono uomini e donne con una storia da conoscere e da capire, con i loro dolori e le loro speranze. Arrivano da paesi in guerra, da paesi impoveriti da interessi economici enormi. Noi che viviamo nel benessere ne abbiamo la responsabilità.
È in corso un nuovo sterminio, sono in pericolo centinaia di migliaia di vite umane. Dov’è l’Europa dei diritti umani? Fino a che punto può arrivare l’ipocrisia che impedisce soluzioni diverse?
Lampedusa è la porta aperta d’Europa. La rinascita può realizzarsi se viene riconosciuta a chi fugge da miseria, guerre e dolore la libertà di movimento, vengono concessi i documenti perché ciascuno possa vivere e lavorare nella legalità e nella dignità. Altrimenti si consegnano questi uomini e queste donne ai trafficanti e agli sfruttatori.
“Tutto questo finirà, deve finire perché è disumano – ci ha detto il medico di Lampedusa, Pietro Bartòlo – dobbiamo impegnarci a far finire questa vergognosa pagina della storia. Ognuno dove si trova e nel ruolo che ricopre. Dobbiamo esigere dai governanti il rispetto dei diritti umani.” Diritti e doveri, come nella nostra Costituzione, sono due facce della stessa umanità.
Chiara Bonvicini e Ilaria Pasqualini
Docenti del Liceo Musicale e Coreutico “Bonporti” di Trento
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