Le cento firme della “Strenna”

Per l'almanacco trentino quest'anno anche il saluto di mons. Tisi: “Un piccolo viaggio con la fantasia”

È forse la redazione più ampia del Trentino, sicuramente la più longeva. È quella di “Strenna Trentina”, il colorato almanacco uscito in questi giorni per la centotredicesima edizione, presentata sabato scorso alla stampa nella “Casa San Paolo” di via San Giovanni Bosco dove ha sede anche la “sorella” Vita Trentina. Come non accadeva da anni si sono convocati per l'occasione alcuni dei numerosi autori, quasi un centinaio, che anche quest'anno hanno partecipato con i loro contributi scritti a rendere ancora più invitante il sommario di “Strenna”.

Il presidente della cooperativa editrice, Marco Zeni, ha sottolineato l'identità storica e sempre originale della “Strenna” concepita come dono fraterno e gradito anche da “fra Martino”, l'anima fondatrice nel lontano 1904. Zeni ha ringraziato tutti i collaboratori che preservano per la redazione le chicche della loro ricerca sul territorio trentino, impegnandosi di anno in anno in un dialogo con la redazione a evitare doppioni e a pescare negli ambiti più dimenticati.

“C'è uno stile che è proprio della Strenna e che privilegia il racconto, la narrazione di un fatto o di un fenomeno”, ha provato a esemplificare Gino Valentini, decano dei collaboratori di Strenna, memoria storia e “colonna” del Consiglio di amministrazione assieme al vicepresidente Gaetano Cavagnoli, ad Enrico Cavada, Pasquale Chistè, mons. Armando Costa e l'impeccabile segretario Gaetano Turco.

Dopo aver motivato la scelta della copertina di Gianni Zotta con il desiderio di presentare le celle ipogee di Melinda in val di Non, il direttore Diego Andreatta ha sottolineato l'impegno della “Strenna” di offrire anche qualche lanterna in grado di illuminare il futuro: ecco gli articoli firmati quest'anno da don Marcello Farina, Francesco Borzaga, Franco de Battaglia, Andrea Zanotti… per citarne solo alcuni.

Per nulla istituzionale, è affettuoso anche il saluto con cui l'Arcivescovo Lauro Tisi si è rivolto per la prima volta alla pubblicazione. “Strenna Trentina porta a rivedermi ragazzo, quando tornavo a casa, nel mio paese in val Rendena, dopo un'intensa settimana di studi e di vita in seminario. Ho fissa in mente l'immagine, nel periodo di Natale, di quella rivista patinata che girava per le stanze e sulla quale, in una casuale rotazione, , io e i miei familiari ci soffermavamo. La sorpresa di ogni nuova copertina; ad ogni lettura un particolare nuovo, un piccolo viaggio con la fantasia, un pezzo di cronaca, uno spunto poetico”.

Completano anche quest'edizione – che rievoca i duecento anni dell'”an dela fam” e l'alluvione del 1966 – le poesie in dialetto trentino selezionate da Fabrizio da Trieste. Da quest'anno “Strenna Trentina” gode anche dell'ISSN, il codice numerico riconosciuto a livello internazionale, che conferisce ad ogni articolo la possibilità di essere inserito nei curricula professionali. Da quest'anno alla redazione della Strenna (0461-987101) si possono richiedere anche numeri di archivio delle annate precedenti.

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