Gli occhi sono ponti di comunicazione che permettono di "leggere" l'altro. Le mani possono diventare esse stesse parole disegnate nell'aria. Occhi e mani consentono a sordi e normodotati di entrare in relazione costruendo un ponte tra la cultura udente e quella sorda. È il messaggio emerso durante la presentazione de "Le fiabe del silenzio" (Ancora editrice, 2015), raccolta di favole africane narrate dai bambini sordi del centro Effatà di Saaba, nella periferia di Ouagadougou in Burkina Faso, utilizzando la lingua dei segni e trascritte da Marcello Valli, responsabile dei progetti del Rotary Club di Gattinara, ospite insieme all'illustratrice Mapi Federici dell'incontro promosso da Inner Wheel-Trento Castello, svoltosi giovedì 10 novembre al Grand Hotel Trento.
"I sordi usano gli occhi per ascoltare e le mani per parlare: non sentire non implica deficit cognitivi e la lingua dei segni è una vera e propria lingua che rispecchia la cultura di appartenenza", ha detto in apertura la presidentessa Loredana Bettonte dando poi la parola a Marcello Valli che ha narrato l'esperienza di volontariato dalla quale è nato il volume, vissuta insieme a Mapi Federici, grafica pubblicitaria, pittrice e volontaria della Struttura di Pediatria del Policlinico di Modena e del centro Effatà in Africa.
"Vivo vicino ad una scuola nella quale bambini sordi e normodotati imparano sia la lingua dei segni che l'italiano – ha raccontato Valli -: guardandoli parlare non si distingue chi è il bambino sordo e l'udente e non è corretto parlare di disabilità ma di abilità diverse. Abbiamo portato il metodo di apprendimento della letto-scrittura dei bambini sordi nato da un progetto dell’Università Bicocca di Milano ("Guanti rossi", collana di libri illustrati con DVD per i bambini sordi e udenti, ndr), in Burkina Faso, il terzo paese più povero al mondo, scelto perché tra le numerose malattie lì diffuse c'è la meningite, che ha la sordità tra le sue conseguenze". Questo handicap è considerato un “peccato” che ricade sulla famiglia perciò i bambini sordi vengono solitamente abbandonati per strada; il centro Effatà, fondato dalla Congregazione dei Figli di Maria Immacolata-Pavoniani, è sorto proprio per dare loro l'opportunità di imparare a leggere e scrivere in francese, e anche un mestiere.
"Non parlando la lingua dei segni, nella loro comunità ero io il disabile, un amico da aiutare. Poi ho chiesto di raccontarmi le favole della loro tradizione", ha spiegato Valli, definendosi un semplice trascrittore ed evidenziando la generosità dei bambini, i veri autori e protagonisti, e il capovolgimento di ruoli vissuto che fa riflettere sul comportamento dei piccoli, dotati di grande sensibilità emotiva e spiccata attenzione agli altri.
Nelle 84 pagine illustrate emergono l'emarginazione, la difficoltà di comunicare, il timore di essere inferiori, l'iperprotettività, ma i bambini considerano la sordità un vantaggio e una risorsa poiché, potenziando doti di osservazione, logica, attenzione visiva, coraggio, essa permette di vincere paure e difficoltà. Inoltre, le favole narrate sono prive di violenza e i cattivi non vengono puniti, lasciando spazio al perdono e al riscatto.
Anche per questo le sei fiabe hanno valore universale e sono arricchite da illustrazioni che aprono una porta sul "mondo nel silenzio" facendo leva sull'immaginazione grazie alla tecnica dell'acquarellato, usata da Federici partendo da scatti fotografici di momenti di vita quotidiana. "I bambini sordi – ha detto l'artista – sono considerati ritardati mentali, perciò abbiamo dato ai personaggi delle fiabe il loro nome per farli sentire riconosciuti e restituire loro dignità".
Un'esperienza preziosa, documentata nel sito federicimariapia.wixsite.com/igiardinideisilenzi, ma c'è ancora molta strada da fare: "Il pregiudizio è forte – ha concluso Valli -: li si considera menomati, ma se un sordo parla con una voce strana ciò non è indice di minor intelligenza".
A quando allora un servizio di interpretariato Lingua dei segni italiana (LIS)/ Italiano che consentirebbero ai sordi di partecipare a importanti iniziative culturali della città come per esempio il Festival dell'economia?
Lascia una recensione