Come poche altre composizioni poetiche la Commedia di Dante Alighieri ha ispirato artisti figurativi di tutti gli ambiti, lingue, secoli, culture, latitudini e longitudini. L’opera di Domenico Ferrari ne è un esempio significativo: le sue acqueforti, raffiguranti i protagonisti die gironi dell'Inferno, sono esposte a Trento fino al 16 febbraio.
Nato a Trento nel 1949, Ferrari si diploma a Brera nel 1972 con Contatore e Purificato; da subito partecipa a prestigiose rassegne ed esposizioni, in Italia e all’estero, ma è chiaro che l’espressionismo astratto informale non fa per lui, lascia Milano e torna in Trentino applicando la forza del segno e quella del colore in particolare alla resa dell’amato paesaggio montano reso con vertiginose prospettive ovvero allo studio delle sottili ma profonde variazioni di intimi stati emozionali.
Ferrari conosce e pratica con piacere e perizia numerose tecniche artistiche, a incominciare dall’acrilico e dalle più sofisticate tecniche incisorie, per prima l’acquaforte. Lavora da sé e per sé ma guarda con interesse al mondo dell’arte attorno a lui, anche a livello internazionale. È curioso di cosa e di come dipingono e hanno dipinto gli altri pittori, del passato e del presente: studioso della storia dell’arte, conosce i Maestri, che in quanto tali sono sempre vivi e, giustamente, tratta come suoi contemporanei.
È sulla base di queste considerazioni che possiamo, credo, spiegarci la onesta e coraggiosa scelta di Ferrari di, pur conoscendo tante delle opere figurative ispirate a Dante, accettare la sfida (di più: andare a cercarla) di partire direttamente dai versi del Poeta per tradurli in immagini, per realizzare una serie di incisioni in tutto diversa rispetto a qualunque altra che l’ha preceduta, assolutamente sua com’è quella che qui si presenta.
Il rapporto di Ferrari con la letteratura è variegato e appassionato: Dante lo ha, possiamo dire, raggiunto sia sul piano cognitivo che emozionale: non c’è da stupirsi che i suoi lavori, pur essendo assolutamente originali e personali interpretazioni, rimangono molto vicini al Poeta, facciano propria la poesia di Dante e la citino sia nell’immagine che alla lettera.
“L’inferno di Dante nelle acqueforti di Domenico Ferrari”, Trento, Palazzo Trentini, via Manci 27, fino al 16 febbraio, dal lunedì al venerdì in orario 10–18, sabato ore 9–12, chiuso la domenica, ingresso libero.
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