Lavoratori in appalto al MUSE, nessuna soluzione vicina

Non ha portato nessuna soluzione concreta per lavoratrici e lavoratori in appalto al Muse l’incontro che si è svolto oggi tra una delegazione di operatori museali guidati da Fp Cgil con la vicepresidente della Giunta provinciale Francesca Gerosa. Si è trattato, però, di una prima apertura al dialogo, con l’assessora alla Cultura che ha preso atto delle molte criticità rappresentate dalla Fp Cgil sul nuovo bando di gara, le cui procedure sono ormai avviate, e si è impegnata nel tenere un canale aperto per affrontare prioritariamente i nodi del mantenimento dei livelli occupazionali e degli inquadramenti giuridici ed economici delle figure previste dal nuovo bando.

La fortissima preoccupazione delle lavoratrici e lavoratori è dovuta in particolare alla scomparsa nella nuova organizzazione del museo delle figure di pilot, cioè le guide professionali esperte che in questi anni sono state il volto del museo per moltissimi visitatori, che saranno sostituite per quasi l’80% delle ore messe a gara con custodi e animatori, e solo per il 20% delle ore con educatori museali.

Un numero rende chiara la situazione: il vecchio bando di gara prevedeva 85mila ore per i pilot, quello attuale ne prevede appena 20.000 per figure simili, cioè dedicate al servizio scolastico. “L’impatto sugli attuali professionisti sarà significativo e non sappiamo quanti resteranno visto che in dieci anni si sono dimessi in media 20 guide esperte l’anno – spiega Alberto Bellini che per Fp Cgil segue la vertenza -. C’è in gioco l’attuale modello culturale del museo che con il nuovo appalto non viene più garantito ma che ha determinato il successo e l’eccellenza del MUSE in Italia e all’estero in questi anni, grazie alla professionalità e alle competenze di queste fondamentali figure professionali”. Su questo aspetto, la Vicepresidente Gerosa ha sottolineato che il bando è già in essere e non ci sarebbero le condizioni di intervenire fino alla chiusura della procedura. 

L’incontro di questa mattina è stato l’occasione per sottolineare anche le difficoltà organizzative che subiscono lavoratrici e lavoratori come una turnistica comunicata con appena 24 ore di anticipo, dal momento che nessuno sa se, quanto e quando lavorerà nel mese in corso, le cooperative (Coopculture, Socioculturale e CSU) non garantiscono né gli orari minimi né quelli massimi, alcuni lavoratori si trovano ad accumulare ore a debito ed altri a fare straordinari oltre ogni limite contrattuale, part time involontari che non consentono lo svolgimento di alcuna altra attività lavorativa. Una situazione che parte da lontano e che anno dopo anno è peggiorata. E proprio dalle cooperative fino ad oggi non è arrivata alcuna risposta né sulla stabilizzazione delle turnazioni né sul rispetto delle norme in materia di orario di lavoro e straordinario, né sull’azzeramento i residui negativi di banca ore. Per questa ragione lo stato di agitazione resta confermato.

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