Una mappa indica dove sono, ma puoi anche lasciarti guidare da un sottofondo sonoro che si diffonde nell'aria, ti viene incontro e ti raggiunge, mescolandosi al vocio che riempie vie e piazze, per condurti alla scoperta di otto preziosi scrigni. Opere artistiche fatte di tasti e anima, custodi di suoni da liberare e far ascoltare. Un dono a disposizione di piccoli e grandi talenti, di esperti di note e spartiti e di spontanei improvvisatori che invoglia ad appoggiare le dita e sperimentare perché "non importa se sei Mozart in persona o se hai preso una sola lezione… siediti e divertiti!". E scopri di che musica sei fatto.
Protetti da sole e intemperie grazie a gazebo che creano uno spazio arioso e aperto, decorati da mani fantasiose, azzurri come il cielo solcato da nuvole leggere, fioriti come un prato colorato, rivestiti di arte e creatività: i pianoforti verticali di "Hai mai suonato un'opera d'arte?", forniti dalla storica ditta "Armonium Galvan" di Egidio Galvan, sono tornati per il quinto anno consecutivo ad animare le vie del centro storico in concomitanza al Festival dell'Economia.
Merito del lavoro e della determinazione dell'Associazione culturale "Il Vagabondo", capace quest'anno di salvare il Festival dei pianoforti di strada, il primo in Italia, grazie al coinvolgimento di sponsor che hanno sposato la filosofia della manifestazione, evitando così l'annullamento di un evento culturale capace di immergere Trento in atmosfere musicali che richiamano quelle di grandi metropoli europee.
Ispirati da un'iniziativa scoperta a Londra nel 2013, ma rivestiti dell'impronta originale dei "vagabondi", gli "streetpianos" trentini quest'anno sono anche spazi di street art e all'inaugurazione, svoltasi giovedì 1 giugno con professori e allievi delle Scuole musicali del Trentino che hanno regalato per un'ora una performance collettiva, spaziando dal jazz al pop, dal classico alle colonne sonore, è seguito il giorno successivo l'evento "Urban Knitting", in collaborazione con il negozio Details design store di via Suffragio 74. Si è trattato di "un'operazione di Yarn bombing: amanti dell’uncinetto e della maglia hanno partecipato alla vestizione del pianoforte, divertendosi con questa nuova forma di arte urbana, pacifica, ecologica e multicolore".
Ora un abito di fili intrecciati riveste lo strumento, un allegro patchwork che fa pensare alla musica come sosta piacevole, morbida armonia, accogliente e confortevole spazio che dà voce alle note interiori. Soprattutto aperto a incontri, contaminazioni tra arti, partecipazioni sonore come quella del coro roveretano “Rigodritto” che domenica 3 giugno ha regalato un bel concerto ai passanti. Dai vulcanici ideatori del festival, che prosegue fino all’11 giugno, arriva anche una richiesta: “Vi invitiamo a condividere le vostre performance ai pianoforti e le vostre foto sulla pagina facebook @associazioneilvagabondo usando l’hashtag #HaiMai2017, così creeremo insieme la memoria collettiva di questa quinta edizione”. Un modo per contribuire alla produzione di un'”opera musicale e artistica” collettiva di cui conservare bella traccia.
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