Piace a molti cittadini partecipare alla stesura a mano, terzina dopo terzina, dell’intero poema dantesco
C'era un'insolita vivacità, la mattina di sabato 10 ottobre in piazza Dante a Trento. E non per il consueto via vai al mercato contadino. Ai piedi del monumento all'Alighieri un tavolo, un paio di sedie, alcuni fogli di carta pergamena, boccette di inchiostro di china e una lunga penna d'oca costituivano la suggestiva scenografia di un evento davvero singolare: la stesura a mano – in bella calligrafia, si sarebbe detto una volta – dei versi della “Divina Commedia”, in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante e dell’inaugurazione, nel 1896, del monumento a lui dedicato.
L'iniziativa, suggerita dal promotore culturale Luca Brunoro (sua l'idea della “maratona calligrafica” per realizzare il manoscritto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il 10 dicembre dello scorso anno in piazza Duomo) e ispirata anche dal primo bozzetto della statua “che vedeva Dante rappresentato non con il braccio steso in avanti ma con in mano proprio una penna d’oca” , ha coinvolto, dal mattino fino al tardo pomeriggio, decine di passanti invitati a ricopiare un verso ciascuno dei 14.233 che compongono il poema dantesco.
A vergare il primo endecasillabo delle celebri terzine, “Nel mezzo del cammin di nostra vita”, è stato il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, seguito dall'assessore comunale alla cultura, Andrea Robol.
Il sindaco Andreatta, da uomo di lettere, ha espresso il suo plauso per l’iniziativa, manifestato il suo apprezzamento per l’impegno del Comitato di Trento della Società Dante Alighieri, rappresentato dalla presidente Annamaria Ercilli e da alcuni soci, lodato la presenza degli studenti e delle studentesse della classe quinta I del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” che, accompagnati dalla professoressa Claudia Dinale, hanno offerto una loro personalissima “lectura Dantis”. Così Flavia ha manifestato la sua distanza dagli ignavi (“Io non sarò mai come loro”), Elisa la pietà per l’atroce destino del conte Ugolino, Daniele l’universalità di sentimenti come l’amicizia, Alessandra l’attualità dell’invettiva del poeta all’Italia “serva”, Sofia l’umanità di Dante smarrito di fronte alle domande ultime della vita. “Molti studenti passano ogni mattina sotto al monumento a Dante e forse alzano lo sguardo verso il poeta, che ci accorgiamo essere sempre attuale e vicino”, ha detto la professoressa Dinale.
Poi, mentre il maestro Vincenzo Rizzonelli, oggi in pensione dopo 35 anni di scuola (di cui ben 23 alle elementari “Crispi”), abbelliva la copertina del manoscritto con svolazzi ornamentali, penna e manoscritto passavano di mano in mano dando inizio alla stesura che continuerà a “puntate”, anno dopo anno, in occasione di questa ricorrenza, come ha rimarcato Brunoro.
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