Dal “libera Chiesa in libero Stato” del buon Camillo Benso conte di Cavour all'intervento di Matteo Renzi durante il recente Meeting riminese: oltre centocinquant'anni di rapporto tra i cattolici italiani e la politica presentano un andamento molto accidentato e complesso, passando dall'unificazione d'Italia alla Terza Repubblica.
Eppure l'analisi ambiziosa condotta dal nostro politologo Paolo Pombeni, docente emerito a Bologna – incalzato dalle domande del giovane storico Michele Marchi – rende interessante nel suo sguardo di sintesi il volumetto dal titolo “La politica dei cattolici: dal Risorgimento ad oggi”, pubblicato recentemente dalle edizioni Città Nuova.
Quanto emerge dalla cavalcata nei decenni tra ottocento e Novecento è il riproporsi di situazioni, atteggiamenti politici e soluzioni partitiche che sembrano confermare alcuni limiti “storici” del cattolicesimo italiano, attraverso corsi e ricorsi che si ripropongono a distanza di anni. Con rigore storico Pombeni e Marchi accostano episodi e personaggi a distanza di anni, sottolineando il condizionamento pesante dovuto alla politica vaticana (si pensi anche solo al “caso” De Gasperi, sul quale mons. Galantino ha pronunciato quest'estate un sincero “mea culpa” ecclesiale) ma anche le resistenze del clero rispetto all'autonomia del laico “adulto” in politica.
Un testo che ha il merito dell'onestà intellettuale e della precisione storica, in una linea interpretativa stimolante per le attuali formazioni politiche e anche per i nostalgici del “partito unico dei cattolici”, definitivamente sepolto dopo il discorso di Giovanni Paolo II a Palermo nel 1995.
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