"L'estate in cui Stava ci venne a cercare" è quella della tragedia del 1985. Ma, 30 anni dopo, è anche quella del ricordo e della responsabilità che prende forma nella graphic novel appena pubblicata di Silvia Pallaver ed Elia Tomaselli. Un linguaggio ad impatto immediato che farà breccia nei lettori più giovani, e, grazie alla casa editrice romana Round Robin, avrà una diffusione sul territorio nazionale che permetterà a chi ancora non la conosce di scoprire e approfondire la drammatica vicenda del crollo dei bacini di decantazione della miniera di Prestavel.
Quella ideata da Pallaver e Tomaselli è una storia a più voci, narrata ai giorni nostri. Un punto di vista originale per affrontare il tema affidandolo a dialoghi incisivi e a 140 tavole attraverso le quali la sceneggiatrice e il disegnatore hanno tradotto i sentimenti di chi, stanco di rivivere ricordi dolorosi, conserva però nella memoria immagini nitide di quanto accaduto. Immagini con le quali i due trentenni originari di Tesero, troppo piccoli all'epoca, hanno provato a colmare la distanza tra generazioni, rievocando frammenti di discorsi sentiti durante l'infanzia.
"Il lavoro è dedicato a chi porta ogni giorno il peso di questo dramma – i familiari delle vittime e l'intera valle – con la speranza di riuscire ad alleviarlo almeno in parte, e a chi è nato dopo e non conosce la storia di Stava. Noi avevamo solo tre e due anni e non volevamo mancare di rispetto a chi è stato colpito, per questo non abbiamo voluto proporre una rievocazione storica né abbiamo uno specifico intento didattico, ci auguriamo però che la lettura invogli all'approfondimento", ha spiegato SilvIa Pallaver durante la presentazione – la prima in regione – svoltasi alla Bookique di Trento il 17 luglio, pochi giorni prima dell'anniversario.
"È stato come scrivere un racconto in una lingua sconosciuta andando nell'unico luogo dove è parlata", ha riconosciuto l'autrice, spiegando la genesi del progetto nato nel 2009 in seguito alla sua partecipazione al Corso per operatore della memoria proposto dal Centro di documentazione della Fondazione Stava 1985 onlus.
"Mia madre mi aveva parlato del disastro suscitando la mia curiosità, poi durante il corso abbiamo realizzato interviste video ai superstiti, ai familiari e ai soccorritori e mi sono resa conto che ne sapevo ben poco".
Dietro lo stile accattivante e immediatamente fruibile della graphic novel, che ha ricevuto il beneplacito della Fondazione, sta un accurato lavoro di ricerca e documentazione, sopralluoghi e incontri con i teserani, "uno studio che è servito prima di tutto a noi per capire meglio anche le fasi di una vicenda processuale complessa, conclusa nel 1992, durante la quale è stato accertato che il disastro era prevedibile. Alla fine però nessuno ha pagato".
In copertina, la protagonista è contemporaneamente bambina e adulta. Il triciclo è un elemento simbolico che ritorna più volte attraverso le pagine, inserito volutamente da Tomaselli come se la bambina priva di ricordi guidasse se stessa, diventata adulta, nel percorso di conoscenza dei fatti.
"L'estate in cui Stava ci venne a cercare" è un titolo scelto non a caso: suona infatti come appello a non dimenticare e il testo riporta anche una lista di episodi simili successi in tutto il mondo per risvegliare l'attenzione e invitare ad una maggiore responsabilità nella prevenzione dei rischi ambientali, e non solo, legati alla presenza di bacini contenenti scorie tossiche in territori abitati. A tal fine in ottobre la graphic novel approderà anche nelle scuole della val di Fiemme, in concomitanza con la presentazione del numero monografico dedicato alla tragedia di "L'Arcimboldo", la rivista dell'istituto di istruzione "La Rosa Bianca-Weisse Rose" di Cavalese.
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