Un'ondata di proposte letterarie, teatrali, musicali e artistiche ha energeticamente invaso Caldonazzo da giovedì 11 a domenica 14 giugno, dando vita alla quinta edizione del Trentino Book Festival. La rassegna, sotto la direzione artistica di Pino Loperfido ha coinvolto la cittadina della Valsugana in un ampio e per la maggior parte riuscito collage di eventi e rappresentazioni.
Tra le numerose iniziative, si sono distinte il ricordo della Prima Guerra proposto da Aldo Cazzullo e l'incontro su Pier Paolo Pasolini a quarant'anni dalla morte, con gli interventi di Furio Colombo e del regista Abel Ferrara; la mostra su T.S. Eliot – che avrebbe potuto essere curata in maniera meno superficiale, trattandosi del maggior poeta mondiale del Novecento – e quella dei disegni satirici provenienti da diversi paesi sulla “morte del libro”, organizzata dallo Studio d'Arte Andromeda, che ha fornito un'anteprima dell'evento che si terrà a Trento in autunno.
Uno dei temi più stimolanti suggeriti dalla rassegna è stato il rapporto tra il testo scritto, o il brano in musica, e la sua comunicazione teatrale. Stefano Benni ha portato in scena una rivisitazione delle vicende di Cyrano di Bergerac, accompagnato al pianoforte da Giulia Tagliavia, sottolineando sia i momenti di tenerezza della vicenda amorosa ed esistenziale del nasuto protagonista sia quelli drammatici. In un incontro il mattino seguente, di fronte a una sala gremita, ha poi parlato dell'immaginazione, ricordando come è nel momento del dolore che essa ci può aiutare.
Una proposta letteraria condita con sapida autoironia è stata quella di Giuseppe Culicchia che, coadiuvato da una scoppiettante Federica Mafucci, ha svolto un reading di passi del suo primo romanzo Tutti giù per terra, uscito nel 1994, unendolo a momenti del più recente E così vorresti fare lo scrittore.
Abbiamo raccolto dalla voce dell’autore il suo punto di vista sulla situazione, vent’anni dopo, dei giovani esordienti nel nostro paese. “Dal punto di vista dello scrittore” – ci ha detto Culicchia – “oggi ci sono molte più possibilità: molti editori cercano il caso dell’anno con l’esordiente. I tempi e i modi della vendita sono però più difficili; l’offerta sembra ampia, ma è invece limitata e c’è una grave perdita del numero dei lettori”.
I legami fra testo letterario e musica sono stati centrali in “E lucevan le stelle”, monologo concertato di Pino Loperfido sugli ultimi due anni della vita di Giacomo Puccini. Interpretata da Riccardo Gadotti – e , per i brani in musica, da Roberta Ropa al pianoforte, dal soprano Jessica Rose Cambio e dal tenore Domenico Menini – questa rappresentazione ha saputo unire la riflessione sul tema della bellezza e della fuga della vita alle esecuzioni pregevoli di alcune arie immortali pucciniane. Dimostrando una volta di più, assieme agli interventi di Benni e Culicchia, come la congiunzione dei linguaggi artistici possa avere una funzione rilevante nel proporre al pubblico gli stili e le problematiche di un’epoca.
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