Silandro – Nuove tracce delle antiche civiltà che popolavano la regione in epoca preistorica. Due menhir dell’età del rame, ritrovati in val Venosta, sono stati esaminati dall’Ufficio provinciale ai beni archeologici e presentati alla stampa la settimana scorsa. I due importanti reperti risalgono al terzo millennio avanti Cristo, approssimativamente al periodo che va dal 2900 al 2500. Sono dunque solo di qualche secolo successivi alla fuga di Ötzi, l’uomo venuto dal ghiaccio, che morì sullo spartiacque alpino nel tentativo di attraversare le montagne.
Le due “statue stele”, questo il termine tecnico, sono venute alla luce casualmente nel 2013, durante i lavori di costruzione di nuove serre e di un garage interrato presso una giardineria di Vezzano. Sono ricavate dal marmo di Lasa e rappresentano le più antiche attestazioni di scultura monumentale prodotte nell’area alpina del terzo millennio a. C. Immediatamente dopo la loro scoperta, questi straordinari reperti sono stati restaurati e sottoposti ad un’attenta documentazione scientifica.
Come altri analoghi ritrovamenti, le statue si mostrano come figure antropomorfe fortemente stilizzate, in parte di dimensioni superiori al reale. La statua stele maschile di Vezzano, oggi spezzata in due parti, si distingue nettamente dalle altre per la sua straordinaria altezza, pari a 3,4 metri. I menhir maschili sono caratterizzati normalmente da simboli di status, e recano incise armi come il pugnale e l’ascia che anche Ötzi portava con sé. Le statue stele femminili presentano invece elementi d’ornamento come diademi e altri gioielli.
Nell’area atesina le statue stele ricorrono numerose (in val Venosta e val d’Adige fino al lago di Garda). I due nuovi rinvenimenti di Vezzano, infatti, si aggiungono agli altri venti già noti in regione (di cui 13 in Alto Adige e 9 in Trentino).
I ricercatori ipotizzano, ha spiegato Catrin Marzoli, direttrice dell’Ufficio beni archeologici, che le statue stele rappresentino capostipiti di un clan, personalità eminenti o antenati, forse anche divinità o semidivinità venerate all’epoca. In origine i menhir dovevano essere infissi nel terreno, probabilmente in zona di sepolture, erano disposti in gruppo e costituivano il centro cultuale della comunità. Simili culti rivolti ad antenati e divinità intermedie sono ancora oggi presenti, ad esempio, in molte regioni dell’Africa.
Le statue stele di Vezzano raffigurano un uomo e una donna. Quella maschile presenta un cinturone ed è dotata di più pugnali. Le armi erano segno di distinzione sociale e potere. Quella femminile infatti è disarmata, ma è caratterizzata dal seno e presenta uno scialle e una lunga veste.
Con l’età del Rame la storia dell’umanità conobbe una svolta non solo tecnologica ma anche politico-culturale. Il valore materiale del metallo e la sua lavorazione condussero ad una crescente gerarchizzazione della struttura sociale. I manufatti di rame, investiti di un carattere simbolico, erano status symbol di alto rango sociale, di potere e di ricchezza.
I due reperti saranno ora esposti presso il centro Schlandersburg di Silandro.
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