Le guerre di oggi

Una mostra alle Gallerie di Piedicastello per “spiegare” l'assurdità dei conflitti

Ancor oggi un Paese su sei è in guerra e ogni quattro secondi c’è un nuovo profugo che ne fugge. I rifugiati scappati da casa per ragioni politiche, religiose o razziali e accolti da altri Stati si calcola siano 15 milioni. In Siria, per stare solo ad uno dei 37 conflitti in corso, dal 2011 ogni dieci secondi muore una persona. Pochi dati, agghiaccianti, che fanno capire una sorta di continuità, pur con le dovute differenze, che dura almeno da un secolo, da quando scoppiò la Prima guerra mondiale di cui si sta ricordando il Centenario. E’ partendo da queste considerazioni che l’Associazione “46° Parallelo”, in collaborazione con la Fondazione Museo storico del Trentino e Me-Mo Magazine, propone fino al 2 giugno alle Gallerie di Piedicastello a Trento la mostra fotografica “The first global war: 1914-2014” (La prima guerra globale).  

“Questa mostra è nata dal bisogno di raccontare l’oggi, per togliere enfasi e retorica al passato – sottolinea il giornalista Rai, Raffaele Crocco che insieme al fotoreporter torinese Fabio Bucciarelli cura l’esposizione – Dal 1914 al 2014 il filo di continuità è stato impressionante. Non solo per le minime interruzioni temporali, sono stati davvero pochi gli anni senza scontri armati, quanto per il legame stretto fra le ragioni materiali del conflitto, gli interessi dei Paesi protagonisti e la progressione costante nelle tecniche di combattimento. Insomma – conclude Crocco – una guerra senza fine in termini di tempo e spazio”. Sono 8 i fotografi europei presenti, 55 le fotografie di grande formato esposte. “Rispetto al 1914 – riflette Crocco, che è anche direttore dell’”Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo”, la pubblicazione che dal 2009 aggiorna sui conflitti in corso e sulle conseguenze tragiche per i civili – la guerra ha traslocato, cambiato campi di battaglia, ma le ragioni sono sempre quelle: controllo dei territori e delle risorse, allargamento politico e annientamento dei nemici”. Dalla Thailandia al Sud Sudan, dal Congo all’Iraq, dall’Afghanistan al Medioriente, dall’Ucraina alla Somalia, le immagini non hanno bisogno di commenti. Strazio dei civili, militari in armi, morti e feriti, campi profughi. Un’umanità dolente, sconvolta, alla deriva. Lo staff dell’Atlante (il grafico Daniele Bellesi, le redattrici Federica Ramacci e Beatrice Taddei Saltini) hanno messo insieme dati e informazioni che accompagnano il percorso, riportati su fogli A4 che i visitatori possono staccare da un bloc e portarsi via. “L’obiettivo della mostra – riflette Crocco – è soprattutto quello di parlare ai ragazzi delle scuole. E’ lì che nascono le idee che fanno diventare cittadini informati e liberi. E’ da lì che bisogna partire per spiegare cosa davvero è la tragedia della guerra, entrando nella vita di chi la subisce, analizzandone i risvolti geo-politici e umani”. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 9 alle 18. L’ingresso è libero.

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