Nell’alloggio di Anne Frank

“Finché esiste questo, ho pensato, e io posso vederlo, questo sole e questo cielo senza una nuvola, non posso sentirmi triste”. Così, nonostante tutto, scrive Anne Frank il 23 febbraio 1944, affacciandosi dalla finestra dell'alloggio segreto, in Prinsengracht 263, ad Amsterdam, dove la famiglia Frank ed altre quattro persone rimasero nascoste per due anni, prima di essere denunciate, arrestate e deportate.

La palazzina dove fu ricavato l'alloggio segreto (che si può anche costruire con materiale didattico offerto agli studenti) è al centro dell'attenzione della mostra documentaria “Anne Frank, una storia attuale”, allestita fino al 3 febbraio presso palazzo Del Ben, in piazza Rosmini a Rovereto. Una trentina di pannelli, con foto inedite e stralci dal diario, presentano la vita della famiglia Frank, emblema di sei milioni di vite spezzate dalla crudeltà nazista, nel contesto storico della Germania nazionalsocialista che va dal 1929, quando nacque Anne, al 1945. Sono sintetizzate le motivazioni della salita al potere di Hitler, la ricerca di un capro espiatorio, identificato nel popolo ebraico, le leggi razziali, la Shoah, infine il rientro dell'unico sopravvissuto della famiglia, il papà Otto, che ricevette il diario della figlia, nascosto da amici. La mostra si conclude con un riferimento all'attualità sull'attività dei Tribunali internazionali e sulla difesa dei diritti umani. Il progetto, voluto dalla Fondazione “Caritro”, mira infatti alla partecipazione dei problemi attuali, partendo dalla conoscenza storica. La mostra è ideata e prodotta dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, nata con lo scopo di conservare il rifugio danese che ospitò i Frank. Tradotta in oltre venti lingue, l'esposizione ha raggiunto più di cento Paesi nel mondo. L'allestimento dei pannelli, scritti in italiano ed in inglese, è stato reso possibile grazie al contributo dell'ambasciata del Regno dei Paesi Bassi in Italia. E' nel rifugio che la giovane scrisse il suo diario, indirizzato all'immaginaria amica Kitty, un modo anche per vincere la paura. Sognava di fare la giornalista e un giorno di pubblicarlo, il suo sogno si realizzò ma solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1945 ad Auschwitz, pochi giorni dopo quella della sorella Margot, entrambe colpite da tifo. L'evento (orario: tutti i giorni 10-13, 14-18) rientra nelle iniziative della Giornata della Memoria (27 gennaio), che a Rovereto offrono un'altra interessante mostra di disegni di Auguste Favier e Pierre Mania, attivi nella resistenza francese, deportati al campo di Buchenwald. Le opere, realizzate tra il 1943 e il 1945 e collezionate da Arnaldo Loner di Bolzano, sono allestite fino all'8 febbraio presso l'Urban Center.

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