Siamo in una società in trasformazione, sconvolta da “mutazioni” di cui è impossibile prevedere la durata e gli esiti. Viviamo in una situazione di grandi aperture: ognuno può decidere se stare o andarsene per il mondo, se ritornare a casa, il tipo di lavoro e i propri hobby, se fare o non fare figli indipendentemente dall'essere famiglia o dal pretenderne la legittimazione anche in presenza di convivenze fra soggetti dello stesso sesso. Si è esposti però anche a grandi disorientamenti per cui viene naturale chiedersi “chi siano i veri maestri” di quelle migliaia di baby, scolari, studenti che hanno rimesso piede nelle scuole. Ed è forse bene pensarli come coloro che conoscono assai bene la fatica che si è costretti a fare per costruirsi nuove conoscenze, non risultando più depositari di conoscenze artefatte e risolutive da mettere a disposizione dei propri allievi. Ciò non può avvenire che attraverso forme nuove di ricerca, nuove relazioni con le situazioni e persone che le vivono, interagendo fra tutti i soggetti in campo in modo da verificare l'attendibilità del proprio patrimonio conoscitivo, sapendo cogliere le inquietudini di ragazzi e ragazze, le loro paure di soccombere di fronte alle difficoltà e incertezze.