Università guarda al territorio, ma “occhio” a Roma

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Partecipata “Assemblea di Ateneo”, ieri pomeriggio, nell’atrio del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. Si tratta di un appuntamento annuale di incontro aperto a istituzioni e società trentina. A caratterizzare la seconda edizione è stata la presentazione del Piano strategico dell’Università per i prossimi due anni. «Il nostro obiettivo – ha spiegato la rettrice Daria De Pretis – è quello di coniugare attività formative e di ricerca e partecipare allo sviluppo della società locale, nazionale ed europea. Non si tratta di scegliere l’una o l’altra di queste missioni, bensì di integrarle».

L’assessora provinciale all’Università e alla Ricerca Sara Ferrari ha garantito che il Ministero farà marcia indietro sulla mancata assegnazione all’ateneo trentino della ”quota premiale” che lo Stato attribuisce alle Università virtuose. Quella di Trento era scomparsa dalla graduatoria in virtù della provincializzazione, nonostante il primato nazionale sul fronte ricerca tra gli atenei di medie dimensioni, come conferma lo stesso Ministero. Senza contare la reputazione internazionale, misurata dalla classifica del Times Higher Education (Trento è prima tra i 15 atenei italiani presenti ed è l’unica italiana tra le 225 migliori università al mondo).

Qualche numero sull’Università di Trento: 10 dipartimenti, 3 centri di ateneo, 60 laboratori, 14 corsi di dottorato; offerta formativa: 25 corsi di laurea e corsi di laurea a ciclo unico e sulle persone che ogni giorno ci studiano e ci lavorano (573 tra docenti e ricercatori, 668 fra tecnici e amministrativi, 16062 studenti iscritti e 560 studenti di dottorato).

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