Com’era avvenuto il 24 marzo per il saluto a mons. Bressan, anche il benvenuto a Tisi è stato pronunciato a nome dei laici trentini da Cecilia Niccolini e Pierino Martinelli, che non hanno nascosto la loro emozione. “La sentiamo uno di noi: è come se un nostro stretto familiare stesse per iniziare una cosa importante e impegnativa – ha detto Niccolini – Dentro di noi si agitano allora sentimenti di gioia, di orgoglio e di trepidazione perché senti che sta per iniziare qualcosa di nuovo, di diverso. Strano, perché sembra quasi impossibile che sia “semplicemente” uno di noi: quel prete che molti incontravano a volte per strada e che, pur andando di fretta, aveva sempre un caloroso saluto e una incredibile memoria nel ricordare il tuo nome, oppure che vedevi arrivare alla sera nei più sperduti paesi del nostro Trentino, trafelato per aver sostato lungo la strada a trovare qualcuno o a risolvere qualche problema, ma capace di tuffarsi subito con entusiasmo nelle problematiche pastorali e per cercare insieme vie di soluzione. Ed ora, proprio Lei, sacerdote generoso, riceverà la consegna del ministero episcopale proprio dalle mani del nostro carissimo vescovo Luigi.

Alla dimensione del pastore, prioritaria per Papa Francesco e ribadita da Niccolini, Pierino Martinelli ha abbinato “l'attenzione ai poveri, agli ultimi, ai deboli”, citata da mons. Tisi nel suo primo messaggio. “Molti di loro, e non solo dentro la comunità cristiana, attendono da Lei, dalla nostra Chiesa di Trento, parole di speranza che nessuno, tantomeno le ideologie, ormai più rivolge loro”.  Con le parole del vescovo Romero ha ribadito che “la frequentazione con il povero, con chi vive sulla propria pelle la difficoltà dell’esistenza, e non solamente per motivi economici, è una grazia che ci viene donata, in maniera misteriosa”. “Per questo – ha concluso – Le auguriamo di non farsi e farci mancare la relazione del cuore con il povero. E quando capiterà anche a Lei di sentirsi in questa condizione di vulnerabilità, chiediamo la grazia di essere capaci di rispondere all’appello di Papa Francesco ad essere nei Suoi confronti, come Sua comunità, la “carezza di Dio per il povero”.