Al Trento Film Festival assegnati altri tre riconoscimenti speciali

Foto Michele Purin

Al Trento Film Festival assegnati altri 3 premi. Il premio CinemAMoRe, promosso dai festival trentini Ram, Tff e Religion Today per il miglior film della sezione “Orizzonti vicini”, è andato al roveretano Emanuele “Manu” Gerosa per “Bambini di frontiera” che si occupa dell’Istituto Alcide Degasperi, a Candriai, sul monte Bondone, che per quasi quarant’anni, tra il 1957 e il 1996, ha ospitato centinaia e centinaia di bambini di genitori che dal sud andavano a lavorare in Germania e che erano costretti a lasciare i piccoli in un luogo sicuro e protetto lungo la loro rotta da migranti. Tanti di loro, ora adulti, si raccontano al regista.

Il doc in concorso “Marmolada-Madre roccia” di Matteo Maggi, “specializzato nel cinema di sport d’azione” e Cristiana Pecci che, in particolare, finora, si è rivolta al “documentario creativo e d’autore” ha invece vinto il premio “Città di Imola” che, tra l’altro, intende riconoscere, “i valori fondamentali del Cai”, il Club alpino italiano, ove venissero riscontrati nelle opere presenti al Tff. Il doc segue, per un anno, l’impresa di tre alpinisti che, insieme ad un giovane climber, scalano la parete sud della Marmolada. Infine, il premio “Emozione in montagna”, che “intende celebrare la gioia di vivere la montagna immersi nella natura”, è andato a “Keep it burning” del francese Guillaume Broust. Riprende una scalata, in libera, alla “Torre senza nome del Trango”, nella catena del Karakorum, in Asia centrale, da parte di una coppia di fratelli insieme al padre.

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