Siamo al mondo non per essere perfetti, ma per iniziare percorsi; non per essere immacolati ma per essere incamminati. La nostra vocazione non è arrivare, ma salpare. Siamo creature, participio futuro che indica che qualcosa sta per accadere: sono in cammino per essere creato, sto per sorgere. L'uomo perciò è un essere natale più che mortale. La fragilità emerge dalla Bibbia come terra promessa di Gesù: il suo sguardo è sempre rivolto agli ultimi e alle anfore rotte, non guarda il peccato ma la povertà e la sofferenza perché vuole aiutare e il Vangelo è luogo di liberazione e di tutti i ricominciamenti. L'uomo è come un semiarco, la forma architettonica più fragile, ma se ne appoggiamo uno all'altro, otteniamo la forma più solida, quella su cui si costruiscono cattedrali. La fragilità è fonte generativa di legami e la gioia della vita si misura su di essi. Sono debole perciò cerco aiuto, ho sempre bisogno di un tu: esistere è coesistere e nelle relazioni trovo la mia forza. È la visione di un mondo non diviso in vinti e vincitori, ma dove il vincitore è colui che dà e riceve amore e cura.
Anche Dio è fragile: la sua fragilità è la libertà dell'uomo, ma Dio risponde ai suoi tradimenti dando fiducia immeritata e inventando nuove alleanze. Egli non salva dal dolore, ma nel dolore: Gesù, nudo sulla croce, ha raccolto a sé i legami più belli, Maria e Giovanni, rivolgendo loro parole piene di calore e intensità capaci di riannodare legami anche nel momento più drammatico della sua vita. Dio rammenda il tessuto della storia, riveste il mondo di una tunica di salvezza, è il vasaio venuto per le pietre scartate e i cuori spezzati, rimodella la tua argilla con forza paziente. La misericordia divina è l'arte di riparare cocci inutili, fa di ciò che è rotto un canale che porta acqua ad altre seti: è la tecnica dei ceramisti giapponesi che valorizzano le fratture di vasi crepati riempiendole di oro e, in virtù dell'oro della grazia, dell'energia dello Spirito creatore che non solo ripara, ma ci rende creature più belle, possiamo diventare guaritori feriti che sanno curare gli altri.
Fidiamoci e affidiamoci ad un Dio che non ci butta mai via. Sulla strada tra Gerusalemme e Gerico, c'è chi, davanti all'uomo ferito, si ferma e chi tira dritto e passa oltre, ma oltre non c'è niente e tanto meno Dio. L'attenzione ardente appartiene all'ordine della grazia, dice Simone Weil: la verità è ciò che arde e porta la grazia di Dio in te come goccia d'oro nella ferita.
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