Quelle bombe sulla Portela…

Un film d'animazione sulla guerra vista attraverso gli occhi di una bambina. Ci sta lavorando la “sceneggiatrice visiva” di origini trentine Cinzia Angelini

A 23 anni (ora ne ha 42) è salita su un aereo per Londra dove sapeva che lo studio di Spielberg, proprio quello di “Schindler’s List”, cercava collaboratori per la produzione di “Balto”. In tasca un portfolio con in bella evidenza gli studi in grafica pubblicitaria e quelli successivi di animazione. Era il '94 e Cinzia Angelini, nascita milanese ma mamma e nonna trentine, aveva capito fin da subito che in Italia sarebbe stato difficile, quasi impossibile, lavorare come intendeva lei nel mondo di quelli che, una volta, si chiamavano i cartoni animati. Mossa decisiva per una carriera che in seguito l'ha portata a Monaco e di nuovo a Londra negli studi inglesi della Warner Bros. Fino al festival del cinema d'animazione di Annecy, in Francia, i contatti con la DreamWorks (sempre Spielberg) e lo sbarco, nel '97, a Los Angeles dove ha lavorato pure con la Sony per “Spyder-Man 2” e partecipato ad altre produzioni targate Disney (“Bolt” e “I Robinson”). Ma, anche, messo su famiglia con il marito William (conosciuto online) e i figli Sofia, 7 anni e Jacques, 4.

Un curriculum, quello di Cinzia, che nel corso degli anni si è allungato e una carta d'identità nella quale è scritto, alla voce professione, “story artist”, che, se mai fosse traducibile con esattezza, può significare “sceneggiatrice visiva”. Una, in definitiva, che le storie le ha in testa e, in questo caso, le racconta con i cartoon. E la storia che Cinzia Angelini aveva da sempre in mente, fin da piccola, raccontata dalla mamma e dalla nonna che ne erano state protagoniste terrorizzate, era quella dei bombardamenti di Trento, sulla Portela, nel corso della seconda guerra mondiale, nel 1943. Bombe Alleate che stroncarono vite e distrussero un quartiere.

È da qui, da questo percorso personale e professionale, che nasce l'idea di “Mila”, cortometraggio musicale animato in 3D di una decina di minuti, in fase di lavorazione, con la regia della losangelina di adozione che non ha dimenticato il Trentino e la colonna sonora del compositore milanese Flavio Gargano, che coinvolge 150 tra artisti visuali, direttori artistici, disegnatori (con carta, pennarello e computer grafica), animatori, modellatori, cartoonist e supervisori di tutto il mondo, il cui mezzo di comunicazione, e di lavoro, volontario, altro non può essere che la Rete. È una produzione Ibiscus Media in collaborazione con Pixel Cartoon del trentino Valerio Oss, la spagnola Baraboom Studios e la Trentino Film Commission che ha contribuito con 55mila euro.

Mila è una bimba di 4 anni (l'età della mamma di Cinzia quando vennero giù le bombe), rimasta sola dopo che la madre è morta sotto i bombardamenti. Il suo sogno, a cavalcioni di una giostra, è stato bruscamente interrotto da lutti e distruzione. Viene salvata e accolta, a Piedicastello, da una sconosciuta, vedova, il cui marito, alpino, è disperso in Russia. Entrambe scapperanno dalla città, sfollate in montagna ma ormai unite da un destino comune. Nel corto sono tanti gli scorci della città: piazza Duomo, Santa Maria, il ponte di S. Lorenzo, Piedicastello. Il “tocco” ricorda lo splendido “Belleville”.

“Mi è sembrata la cosa più naturale del mondo raccontare questa storia proprio sulla scorta dei racconti della mamma e della nonna – afferma Cinzia Angelini che, nei giorni scorsi, oltreché cercare nuovi finanziamenti contattando le Casse Rurali, ha presentato in città temi, contenuti e alcune scene del lavoro – Ho sempre voluto fare un film sulla guerra vista attraverso gli occhi di una bambina. E la città di Trento, piccola e bella, è al centro della scena. Una buona occasione anche per promuoverla a livello internazionale dato che 'Mila', una volta finito, tra un paio d'anni, verrà fatto partecipare ai vari festival d'animazione in giro per il mondo e l'intenzione è di cercare di metterlo in corsa per partecipare agli Oscar, realizzare un libro d'artista e pure un documentario sul backstage”.

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