Letizia Paternoster, 20 anni compiuti quest'estate, giovanissima promessa del ciclismo azzurro, si racconta a Vita Trentina. “Pellegrini e Sagan i miei fenomeni, e che carica pedalare nel Trentino dei campioni!”
Al Festival dello Sport quest'anno non ci sarà, essendo impegnata nella preparazione degli Europei di ciclismo su pista che si svolgeranno dal 16 al 20 ottobre in Olanda, ma tra i “fenomeni” dello sport provinciale senza dubbio va inserita anche Letizia Paternoster.
La ciclista originaria di Revò infatti nonostante la giovanissima età, 20 anni compiuti a luglio, vanta già un palmarès di tutto rispetto, con una lunga serie di vittorie e piazzamenti importanti sia a livello juniores che nelle prime esperienze da professionista. Prima di partire per il ritiro azzurro però Letizia ha avuto occasione di intervenire a “Performance Mania”, seminario sul rapporto tra ingegneria e sport organizzato lunedì 7 ottobre a Rovereto dalla Fondazione Luigi Negrelli e dall'Ordine degli Ingegneri di Trento, dove abbiamo avuto occasione di incontrarla.
Letizia, per te che significato ha il termine “fenomeno” applicato allo sport?
La parola fenomeno la considero molto legata al concetto di talento. Allenarsi è fondamentale, ma senza talento è difficile vincere. Con i risultati ottenuti finora, penso di aver dimostrato di averne almeno un po', anche se, come detto, anche il talento ovviamente va allenato e quindi il percorso che devo fare è ancora lungo.
Quali sono i tuoi fenomeni di riferimento nel mondo dello sport?
Seguo molto Federica Pellegrini, è una delle mie sportive preferite e con tutte le medaglie che ha vinto è certamente un grande fenomeno. Nel ciclismo, invece, Peter Sagan penso che abbia dimostrato di avere grandi numeri.
L'anno scorso hai partecipato al Festival dello Sport pedalando assieme al pubblico per le vie di Trento. Per te che significato hanno queste occasioni di incontro con i tifosi?
Mi diverto a stare con le persone, quando ho un attimo di tempo in cui posso condividere i momenti con chi mi segue, scambiare due chiacchiere con gli appassionati o magari dare qualche consiglio sullo sport che pratico per me è sempre un piacere.
Quanto ha influito l'essere cresciuta in una terra di sport come il Trentino nella tua carriera?
Ha influito davvero tanto, non nego che uno degli aspetti che mi spinge ad allenarmi tutti i giorni è proprio il panorama che ammiro quando vado in bicicletta. Poi sappiamo tutti che il Trentino è una terra di grandi campioni del ciclismo come Moser, Fondriest o Simoni: una storia importante che ti dà una carica in più.
Il ciclismo è uno sport che in Italia è spesso declinato al maschile, ma negli ultimi tempi anche il movimento femminile è cresciuto molto, forse anche grazie ai tuoi risultati. Come valuti questo divario?
Anno dopo anno il ciclismo femminile sta diventando sempre più conosciuto e seguito, un po' come è successo per il calcio. Noi abbiamo sempre portato tante medaglie alla nazionale italiana, forse più della nazionale maschile, quindi non è una questione di risultati. Ultimamente però le grandi squadre hanno molto puntato su noi donne e allo stesso modo eventi come le Fiandre o la Gelt-Wevelgem hanno organizzato le grandi classiche maschile e femminile insieme: questo ha fatto sì che i media abbiano cominciato a seguirci sempre di più, quindi speriamo di continuare in questa direzione e che il movimento continui a crescere.
Un movimento che punta tanto anche su di te nonostante tu sia ancora molto giovane. Come stai vivendo la popolarità e le pressioni dei tifosi?
La pressione la vivo come qualcosa di personale, se il risultato manca non è sicuramente ai tifosi o alle persone che mi stanno attorno che devo delle spiegazioni ma a me stessa. Sono tranquilla perché continuo a lavorare come ho sempre fatto.
A proposito di obiettivi, guardando al futuro che traguardi punti a raggiungere?
Intanto abbiamo l'Europeo e poi per fortuna la stagione è finita. Poi si riprende a primavera e dall'anno prossimo penserò solamente all'Olimpiade, speriamo di arrivarci nelle migliori condizioni.
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