Classe 1962, “marchio” rendenero doc, mons. Lauro Tisi è primogenito di altri tre fratelli. Ha studiato al Liceo Classico dell'Arcivescovile. La sua vita, segnata dalla morte del padre a 6 anni, ha visto crescere la vocazione in Seminario dove è stato anche direttore spirituale. Gli ultimi 9 anni da vicario generale, sempre in contatto con la vita delle comunità
Cinquantaquattro anni di vita generosa non ci stanno in poche righe, rispettose della riservatezza familiare, ma forse utili a capire il vissuto del 122° vescovo di Trento.
Viene dall'amata val Rendena (l'unico precedente di origine “rendenera” per gli storici è il vescovo delle Cicladi Antonio Maturi nato nel 1686 e morto nel 1751) e dal comune di Giustino, vicino a Pinzolo, dove Lauro nasce il primo novembre 1962, solennità di Ognissanti per la gioia dei genitori Irene Cozzini e Valerio Tisi. Il battesimo arriva pochi giorni dopo, domenica 4 novembre, nella parrocchiale di San Lucia.
E’ il primogenito, ma per la sorella Iva e i fratelli Loris e Valerio diventerà un riferimento importante, soprattutto dopo la morte del papà Valerio (al lavoro in una pescicoltura e nei campi) a seguito di un incidente di caccia il 4 novembre 1968. Lauro ha appena 6 anni e la perdita del padre segna la sua esistenza: per tutta la giovinezza s’impegnerà fra l’altro a sostenere la mamma Irene (oggi ha 79 anni, fa ancora la sacrestana di Giustino) e la famiglia, anche con i proventi di vari lavori estivi.
Frequenta le scuole elementari a Giustino (i primi due anni in una pluriclasse) e le medie a Pinzolo, partecipa alle attività comunitarie con lo “storico” parroco don Beniamino Molinari, si diverte fra sport e montagna (qualche gara di sci da fondo) e talvolta chiede – come si usava fare per imitazione da ragazzi – di “dir Messa” in casa, ripercorrendo il servizio liturgico.
Per le scuole superiori, seguendo il consiglio del convalligiano mons. Raffaele Collini, il giovane Lauro andrà a Trento a frequentare (sempre con profitto) il Liceo Classico del Collegio Arcivescovile: dal 1976 sarà ospite come convittore del Seminario diocesano. Ma in seconda superiore l’ombra di un’altra tragedia: la morte improvvisa il 30 settembre 1977 di mons. Raffaele Collini, apprezzato rettore del Seminario, per un incidente stradale di ritorno dal funerale di don Giovanni Verones stroncato da un infarto.
Col diploma di maturità classica, Lauro matura definitivamente la sua vocazione nei sei anni di formazione teologica: un periodo importante per la nostra Chiesa impegnata nel biennio del 19° Sinodo diocesano tridentino con i seminaristi coinvolti nei lavori e nelle celebrazioni sinodali. D’estate partecipa ai campeggi e alle iniziative del Seminario ma assicura il suo contributo in famiglia nella raccolta estiva della legna: i compaesani lo vedranno sempre tornare dal bosco alla guida del trattore anche negli anni successivi.
Lauro Tisi è ordinato diacono in Cattedrale il 18 maggio 1986, a Pentecoste, assieme ad altri sei giovani del Seminario. E l’anno dopo, nella festività del patrono san Vigilio, il 26 giugno 1987, sono in otto i giovani trentini (che tuttora si ritrovano spesso in amicizia) a ricevere l’ordinazione sacerdotale dall’allora arcivescovo Alessandro Maria Gottardi, ai suoi ultimi mesi di episcopato.
Il primo anno da prete novello, tra il 1987 e il 1988, Tisi lo vive nella comunità di Levico Terme come “cappellano” al fianco del parroco don Mario Baldessari; con il suo stile gioioso e vivace “entra” fra i giovani e le famiglie, coinvolto nell'accoglienza d'emergenza ai numerosi profughi della Polonia accolti nella sede della Croce Rossa.
L’anno successivo l’Arcivescovo Giovanni Maria Sartori lo chiama a seguire i giovani del Seminario diocesano come vicerettore dal 1988 al 1995 delle Medie inferiori, fino alla chiusura di questa realtà. Accompagnerà molti di quei giovani dal 1995 al 2007 come padre spirituale del Seminario (riconfermato da mons. Bressan), prima al fianco del rettore mons. Piergiorgio Piechele e poi dal 2000 di mons. Renato Tamanini: c’è intesa con tutti e due, don Lauro vive la crescita della comunità (anche dell’edificio, ristrutturato in queglil anni) e condivide la vita dei seminaristi anche nelle esperienze estive (fra le altre, un campo in Calabria) e nei pellegrinaggi, Terra Santa compresa. Molto significativo, seppur nascosto, è l’incarico ricoperto fin dal 2001 di accompagnare i sacerdoti giovani della diocesi : da loro mons. Tisi è sempre ricercato e atteso per gli incontri periodici e un consiglio spirituale. Da allora don Lauro ha offerto una costante collaborazione pastorale, soprattutto nelle tre comunità dell’amico don Antonio Brugnara: Roncegno, Mattarello e Pergine, dove molti lo hanno apprezzato e dove don Tisi ha toccato con mano le ricchezze e le fatiche di una comunità.
Nel giugno 2007 arriva inattesa la nomina a Vicario generale della diocesi (al posto del saggio amico don Giuseppe Zadra) da parte di mons. Luigi Bressan che gli affida con sempre rinnovata fiducia il rapporto con i sacerdoti (anche infermi) e la valorizzazione dei laici, la riorganizzazione della Curia diocesana e l’attenzione alla periferia, alle relazioni sociali, alla formazione. Don Lauro si fa promotore della formula delle Unità pastorali sia nell’elaborazione teorica (viene chiamato anche da altre diocesi a tenere relazioni sul tema) che nell’attuazione sul territorio: sono più di una trentina e la loro funzione è stata ribadita nelle assemblee sinodali conclusisi in Duomo nel febbraio 2015.
All’attività in Trentino don Lauro ha abbinato sempre anche attenzione alle vicende dell’Occidente europeo e del mondo impoverito: nel 2003 ha partecipato all’incontro biennale dei missionari trentini in America Latina, mentre nel 2010 si è recato in Sudafrica per rappresentare la diocesi all’ordinazione episcopale di mons. Giuseppe Sandri. Non possiamo poi dimenticare – fra le presenze importanti nella vita di don Lauro – la condivisione quotidiana con il suo fedele segretario in Curia, Michele Niccolini, scomparso sotto una valanga lo scorso 2 maggio 2015. Infine, la sorpresa che rinnova il suo servizio alla Chiesa: la chiamata a Roma del nunzio in Italia a fine gennaio e la nomina del 10 febbraio a successore di San Vigilio.
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