“In campo condividiamo la stessa battaglia”

Riccardo Trainotti, giovane rugbysta di Ala in forza al Valpolicella, ha raccontato ai microfoni di radio Trentino inBlu la sua prima stagione in serie A

Non è passata inosservata la nota di magia che ci ha regalato l’ultimo weekend di sport, quando proprio nel giorno di San Patrizio l’Irlanda ha vinto da imbattuta il 6 Nazioni di rugby 2018, un’edizione che non ha regalato gioie agli azzurri, ultimi in classifica ed ennesimo cucchiaio di legno in bacheca, ma forse quest’anno senza l’amaro in bocca lasciato altre volte.

Così domenica sera alla Noche del 10, il programma sportivo di Radio Trentino inBlu, non poteva non essere protagonista il rugby, con ospite d’onore Riccardo Trainotti, giovane estremo originario di Ala in forza al Valpolicella in serie A, in studio per fare il punto sullo stato di salute del movimento in Italia ed in Trentino.

Niente amaro in bocca si diceva, dopo un 6 Nazioni che seppur fallimentare nei risultati ha lasciato intravedere ad occhi esperti una luce in fondo al tunnel: “Dobbiamo avere fiducia nei giovani entrati da poco nel giro della Nazionale, sono la componente da salvare di questa avventura”, ha spiegato Riccardo, “Minozzi, tra i candidati ad MVP del torneo, ne è l’esempio, è giovanissimo ed ha bruciato le tappe, spero però che Parisse continui a giocare perché la sua esperienza è importante”.

Lo sviluppo dell’intero movimento si basa sulla capacità di far crescere i giovani, che spesso faticano ad avvicinarsi agli sport dalla scarsa visibilità mediatica. Emblematico il caso di Riccardo Trainotti, che ci ha raccontato di aver iniziato con il rugby quasi per caso, provando con il Lagaria di Rovereto. “Mi sono subito innamorato di questo sport e dei valori che trasmette: aiutarsi in campo, sostenersi e condividere la 'battaglia' sportiva che è la partita della domenica. Al Valpolicella siamo come una famiglia, alcuni dei miei compagni lavorano 10 ore al giorno e poi vengono ad allenarsi facendo grandi sacrifici”.

Il semiprofessionismo non è un ostacolo anche contro squadre composte da giocatori che di rugby invece ci vivono. “In serie A, la seconda categoria nazionale per importanza dopo il campionato d’Eccellenza, ci confrontiamo anche con squadre di professionisti e la differenza si sente, loro sono più organizzati e più attenti ai dettagli, oltre che più grossi, ma se abbiamo la giusta voglia riusciamo a sopperire a molte lacune”, ha concluso ambizioso Riccardo. “Sono alla prima esperienza in prima squadra ed è una soddisfazione personale vedere ripagati tutti i sacrifici fatti in questi anni, ma so che devo continuare a lavorare, per imparare a giocare sempre più sereno”.

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