Parte con il 25 aprile in tutta Italia, e dunque anche in Trentino, la raccolta firme lanciata dalla Cgil per abolire, attraverso la forma del referendum, le norme che hanno reso i lavoratori meno protetti e più vulnerabili, con meno diritti e con più possibilità di essere licenziati. Cambiare il mondo del lavoro, superando le leggi che lo hanno reso precario, insicuro, povero, è l’obiettivo dei quattro quesiti referendari che sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale nelle scorse settimane.
La Cgil sarà al Giardino Solženicyn (ex Santa Chiara), durante la Festa della Liberazione organizzata da Arci, dalle 14 alle 18 per raccogliere le firme, e nei prossimi giorni verranno organizzati banchetti su tutto il territorio provinciale, ma sarà possibile firmare anche con Spid e carta d’identità elettronica.
I referendum riguardano licenziamenti, contratti a termine e sicurezza.
Il primo quesito vuole cancellare le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015. Questo darebbe a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
Il secondo quesito vuole cancellare il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. Questo permetterebbe di alzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi anche per chi opera in imprese con meno di 15 dipendenti.
Il terzo quesito vuole cancellare la liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee.
Infine il quarto quesito punta a superare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore per rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti.
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