Il Trentino è la culla italiana della disciplina nella quale vince chi è in grado di orientarsi più rapidamente, facendo le scelte di percorso migliori. In provincia, un migliaio i tesserati e 22 società
Non si può certo dire che allo sport provinciale manchi il senso dell'orientamento. “Tra corsa (Foot-O), sci (Ski-O), mountain bike (MTB-O) e orienteering di precisione (Trail-O)”, sottolinea Aaron Gaio, 28enne vicepresidente e responsabile tecnico di OriTrentino, “i tesserati sono circa 1.000, quasi tutti appartenenti alla prima, più nota e antica delle quattro specialità riconosciute ufficialmente dall'International Orienteering Federation, mentre sono 19 su 22 le società affiliate alla FISO, la “Federazione Italiana Sport Orientamento”. Distribuite, includendo anche le tre che fanno attività promozionale, in quasi tutto il territorio: Alta Valsugana e Bersntol, Altipiani Cimbri, Bassa Valsugana e Tesino, Giudicarie, Primiero, Rotaliana, Trento, Val di Fiemme, Val di Non, Val di Sole e Vallagarina.
“Il Trentino, teatro nel 1974 della prima manifestazione, organizzata a Ronzone dal promotore ceco della disciplina Vladimír Pácl, è la culla dell'orienteering in Italia, dov'è diffuso quasi esclusivamente nel Nord: Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e, grazie alla recente espansione, Emilia-Romagna”, spiega Gaio, che è agonista (GS Pavione di Imèr), formatore, tracciatore e ufficiale di gara. “Nell'ultimo quinquennio, in provincia, dove il movimento ha mosso i primi passi nel '67 affermandosi definitivamente tra l'80 e l'81, il numero dei tesserati si è stabilizzato e non mancano le giovani promesse come il 20enne primierotto Riccardo Scalet, medaglia d'argento nella corsa Middle Distance ai Mondiali Junior 2014 e campione europeo 2015 nella gara Sprint. Sebbene i quattro titoli iridati del fiemmese Nicolò Corradini, il primo atleta non scandinavo a salire sul podio di una prova di Coppa del Mondo di sci orientamento nell'89, siano difficilmente ripetibili, la speranza di nuove vittorie internazionali, dopo quelle del 29enne noneso-solandro Luca Dallavalle, primo oro azzurro ai Campionati Mondiali MTB, c'è”.
Anche per questo, l'OriTrentino presieduto da Melchiorre Lino Orler aderisce al progetto “Talenti 2020”, coinvolgendo ragazzi dai 14 ai 17 anni per la fase provinciale e fino ai 20 per quella nazionale.
“Siamo stati proprio noi a tenerlo a battesimo, prima dell'allargamento al resto d'Italia”, ricorda Gaio. “Oggi i talenti crescono soprattutto in Scandinavia (dove l'orienteering è nato nel 1897, ndr), Svizzera, Francia e nei Paesi dell'Est, a cominciare dalla Russia. Dove è più alto il numero di atleti e sono maggiori le risorse economiche. La FISO, invece, ha dovuto fare i conti anche con la chiusura dei gruppi sportivi militari”.
Eppure parliamo di uno sport aperto a tutti, senza distinzioni di età o di sesso. “Ai Campionati Master partecipano pure persone ultrasettantenni”, rimarca Gaio. “Può essere praticato da chiunque, insomma. Sia dall'agonista, per allenarsi e raggiungere il risultato prefissatosi, che dall'appassionato e dalla famiglia, per divertirsi in compagnia, trascorrendo una sana e piacevole giornata a contatto con la natura”.
Solitamente il terreno di gara è un bosco, tant'è vero che l'orienteering viene definito “lo sport dei boschi”, ma luoghi di svolgimento sono anche i parchi o addirittura i centri storici cittadini.
“Vince chi impiega il minor tempo, non necessariamente il più veloce”, afferma Gaio, “ma colui che è in grado di orientarsi più rapidamente e di fare le scelte di percorso migliori”.
Ecco perché l'orienteering è sempre più utilizzato dalle aziende per aumentare il rendimento dei dipendenti e quindi la produttività. “La costruzione del gruppo, ovvero il cosiddetto Team Building, passa anche attraverso le attività sportive. Spesso siamo chiamati dalle ditte per facilitare il lavoro di squadra di manager e dipendenti”, chiarisce Gaio. “La corsa orientamento risulta molto efficace per sviluppare e potenziare le capacità analitiche, decisionali, di cooperazione e ottimizzazione delle risorse umane, promuovendo il senso di autostima e di appartenenza all'azienda. L'orienteering, insomma, è una metafora del lavoro”.
Dal 2015 inoltre Gaio, ricercatore nel settore MAT/04 – Matematiche Complementari presso il Dipartimento di Matematica e Informatica dell'Università di Palermo, nonché consigliere delegato in materia di sport, innovazione del turismo, rapporti con dirigenza scolastica e plessi del comune di Imèr, cura il progetto “Orienteering e Matematica” per le scuole. “Anche per il nuovo anno, stiamo cercando di coinvolgere gli Istituti Comprensivi di Pergine Valsugana”, dichiara. “L'orienteering è entrato pure nel Liceo Sportivo Antonio Rosmini di Rovereto. Comprovati studi hanno dimostrato che si integra con materie scolastiche quali matematica, geografia o scienze. E che serve a migliorare la percezione visiva e spaziale dei ragazzi, così come le loro capacità geometriche e mentali”. Ha proprio ragione la FISO: “È bello, fa muovere gambe e cervello”.
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