Vincendo gli spareggi interregionali, la Trilacum di Vigolo Baselga è stata promossa nel secondo campionato nazionale di calcio a 5 per la prima volta nella sua storia, iniziata soltanto nel 2006. Per partecipare alla Serie A, tuttavia, servono soldi
Sono un centinaio le giocatrici provinciali di calcio a 5
“Nel calcio ogni cosa è resa complicata dalla presenza della squadra avversaria”, diceva il filosofo francese Jean-Paul Sartre. Devono pensarla allo stesso modo soprattutto le avversarie del GS Trilacum di Vigolo Baselga, la formazione trentina di calcio a 5 che, espugnando domenica 5 giugno il campo del CUS Macerata, dopo il pareggio dell'andata, è stata promossa in Serie A per la prima volta nella sua ancor breve, ma intensa storia sportiva.
“Una storia iniziata nel 2006 e proseguita conquistando numerose coppe e vari campionati di fila, culminati fino a qualche giorno fa nella Final Eight scudetto del 2009, in Campania”, sottolinea Michela Grazzi, ex centrale, ora dirigente accompagnatore biancazzurra. “Del gruppo storico fanno parte Valentina Cretti, Debora Lazzeri, Alessandra Brighenti, Serena Cornella (suo il gol decisivo nel retour match nelle Marche, ndr) ed Elisa Vialo, che, dallo scorso febbraio, ha assunto la guida tecnica”. Vincendo sia il campionato femminile provinciale che i due spareggi interregionali con le trevigiane dell’ASD Gruppo Fassina, uno dei sodalizi sportivi più blasonati del Triveneto, e le cussine maceratesi.
Successi che tuttavia, senza un adeguato riconoscimento economico, non garantiscono alla Trilacum di Walter Mosna la partecipazione al secondo torneo italiano. “Da sole, non possiamo farcela. Dobbiamo trovare qualche anima buona che ci finanzi, visto che l'ultimo Girone A del campionato nazionale prevedeva tre costose trasferte in Sardegna”, afferma Grazzi. “La nostra non è una società strutturata per il professionismo, ma che guarda più alla dimensione territoriale e al valore sociale. Con i soldi preferiremmo far giocare i bambini. C'è poi il discorso legato al numero di allenamenti e di partite domenicali della stagione 2016/'17, da conciliare con gli impegni di lavoro delle ragazze. Qualcuna potrebbe non avere più voglia”.
La decisione verrà presa nelle prossime ore. “Sarebbe un peccato se, dopo tutti i sacrifici, non riuscissimo a coronare il sogno cullato per anni”, confessa l'allenatrice Vialo, ex centrale come Grazzi. “Anche perché la Serie A rappresenterebbe un'occasione non solo per noi, ma pure per l'intero movimento”. Che è in crescita, malgrado l'assenza dei settori giovanili. “Sono nove le squadre trentine tesserate”, ricorda Vialo, la guida, ovvero il punto di riferimento, alla quale evidentemente l'esistenzialista Sartre non aveva pensato. “E un centinaio le calciatrici, tra le quali la nostra Martina Ariu, classe 2001, già convocata nella Nazionale azzurra Under 17 per due stage in vista del torneo sperimentale che si disputerà a fine mese in Portogallo. Ma, grazie a Nomi e Valsugana, i numeri aumenteranno”.
A far aumentare la visibilità potrebbe contribuire lo spostamento a Trento delle gare casalinghe, dal momento che l'impianto di Terlago non è omologabile per la Serie A. L'importante è che sia iscrivibile la Trilacum.
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