Simone Moro e Tamara Lunger si raccontano ai nostri microfoni: “Non sono quei 70 metri a cambiare la portata alpinistica dell'impresa di Tamara”, dice Simone. E lei: “Ogni salita è unica e irripetibile”
A poche ore dall'inizio della loro serata all'Auditorium, Simone Moro e Tamara Lunger ci hanno concesso un'intervista in diretta per tutto il circuito radiofonico nazionale inBlu. Simone, per lei il temibile Nanga Parbat è stato il quarto 8 mila salito in inverno: un record. Perchè questa sua preferenza per le imprese in invernale?
E' troppo bello andarci in un periodo in cui non c'è nessuno e sei solo tu con il tuo sogno. E' troppo bello, per non provarci, anche se hai solo il 15% di probabilità di farcela. O, o se vogliamo girarla, l'85% di possibilità di tornare a casa senza la vetta.
L'obiettivo non l'unica priorità?
No, per me le esplorazioni non sono vincolate solo al raggiungere l'obbiettivo. L'esplorazione sta in ogni passo che fai verso l'ignoto. E l'ignoto può essere solo tuo, se ti trovi da solo oppure in compagnia di un altro, come per me in questo caso. Ma ne vale sempre la pena. Non perché godo a soffrire, ma perché mi piace ritrovarmi solo, senza la strada spianata e con una grande avventura da vivere.
La vostra impresa può essere raccontata con due punti di vista differenti. Tamara Lunger in vetta non c'è arrivata per poco. Eppure?
Per me è comunque una vittoria, lo ripeto continuamente. Questa esperienza mi ha fatto capire tante cose, ho imparato molto di più che ad arrivare in cima. Ho portato a casa la consapevolezza di avere dentro questa voce che mi dice “basta” quando è il caso. Ho avuto un attimo di tristezza però è durato poco, va bene così, mi aspetterà altro.
Pure lei, Simone, tante volte ha rinunciato prima di riuscire: una lezione che è bene imparare…
E' la cosa più importante che Tamara ha dimostrato di aver imparato e di avere dentro di se. Sono i valori che ti guidano nella crescita. Bisogna saper vendemmiare al tempo opportuno. Non è che perché hai coltivato puoi vendemmiare quando vuoi, quando non è il caso e non ci sono le condizioni. E non tutte le vendemmie sono uguali, non puoi sempre fare il vino migliore. Ci sono le annate particolari e ci sono le scalate particolari. Tamara si è fermata a 70 metri dalla cima dopo aver scalato 4000 metri di dislivello. E' palese che ha i numeri e le capacità di scalare il Nanga Parbat e che non sono quei 70 metri a cambiare la sua portata alpinistica, tecnica e umana. Quei 70 metri sono invece importantissimi perché non so quante persone nella storia si sono dimostrate così lucide in un momento così freddo, così storico ed epocale per l'intero alpinismo. Di sicuro è stata una grande impresa e l'esplorazione non è mancata perché sono mancati 70 metri.
Tamara, intende riprovarci adesso?
No, io di solito faccio un solo tentativo perché le emozioni sono così intense sia belle che brutte, e tutto è così unico che non è ripetibile.
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