Dopo la delusione europea, la Dolomiti Energia si rifà in campionato, dove lotta per i play-off. E a tre partite dalla fine della regular season chiama a raccolta il mondo del volontariato
L'aveva detto, il presidente Gigi Longhi: “Nel basket vincono i più forti, difficilmente la squadra più debole si afferma”. Parole pronunciate a caldo mercoledì 6 aprile, pochi istanti dopo la bruciante sconfitta subita in casa, al PalaTrento, dalla Dolomiti Energia contro la SigStrasbourg.
Davanti a un pubblico da applausi, capace di sostenere la squadra nei momenti più difficili, come nel terzo periodo quando Trento era sotto di 19 punti, il sogno di giocarsi la prima, storica finale di Eurocup è sfumato però per soli due punti – considerato il bonus di 6 punti della gara di andata – grazie a una caparbia rimonta nel finale di partita, che ha regalato brividi ed emozioni fino al suono della sirena.
L'amarezza di una sconfitta sul filo di lana e la delusione per la mancata qualificazione – che comunque corona, con la possibilità di giocarsi, alla prima occasione, una semifinale di Eurocup, il lavoro di anni – i ragazzi di coach Maurizio Buscaglia se la sono buttati alle spalle già domenica, chiamati ad affrontare un'altra gara fondamentale, quella contro un'Acqua Vitasnella Cantù a disperata caccia di punti.
Concentrarsi sul campionato, dove è ancora in corsa per i play-off, ha fatto bene alla Dolomiti Energia. E le parole del presidente Longhi si adattano bene anche alla sfida con Cantù, che i bianconeri, sotto anche di 16 punti, sono riusciti a ribaltare vincendo con un margine di 4 (79-75). Una gara volta da Trento a suo favore grazie ai punti di Pascolo (16), Wright (13) e Berggren (10) e anche alla determinazione di Lechthaler e Flaccadori. Di quest'ultimo resta nella memoria del caldissimo pubblico del PalaTrento (3.468 spettatori) l'incredibile tiro da tre scoccato da fondocampo alla fine del terzo periodo, proprio sul suono della sirena.
Nel basket vince il più forte e Trento è stata più forte. “Lo sport è bello perché ti dà sempre la possibilità di ricominciare, di cercare di ottenere il massimo”, ci aveva detto Longhi al termine dello sciagurato scontro con Strasburgo, prima di andare nello spogliatoio a dire ai suoi di pensare al campionato lottando in ogni partita “come fosse quella decisiva”.
La Dolomiti Energia, pur mostrando due volti in partita, ha voluto e ha saputo ripartire subito con una prestazione di grande consistenza, portando a casa un successo importante e mettendo in saccoccia punti preziosi in chiave play-off, a tre giornate dalla fine della regular season. Coach Buscaglia voleva che i suoi giocatori tornassero subito con la testa dentro al campionato, solidi, presenti, attenti in difesa e aggressivi in attacco. E così è stato.
“Non era una partita facile dal punto di vista mentale e tecnico, in una settimana non facile. Sono stati giorni di recupero e di analisi, abbiamo avuto il merito di rimanere calmi quando eravamo sotto di 16. La qualità del nostro gioco è via via aumentata e il buon atteggiamento a zona ci ha permesso di recuperare”, riconoscerà alla fine Buscaglia, soddisfatto di come i suoi giocatori hanno letto la gara “giocando di squadra dall'inizio alla fine”.
Quel gioco di squadra che la Dolomiti Energia pratica in campo e fuori. Un esempio? La scelta di invitare, per l'ultima gara in casa di domenica 24 aprile contro Venezia (PalaTrento, ore 18.15) – dopo la partita esterna del 17 aprile contro Capo d'Orlando e prima dell'ultima della regular season, il 30 aprile contro Caserta – le associazioni di volontariato, chiamate a raggiungere il PalaTrento a piedi o in bici per formare “la curva dei volontari” (400 i posti disponibili, ad ogni associazione verrà data la possibilità di acquistare dei biglietti a prezzo agevolato), partendo insieme da piazza Duomo alle 16.30. Una giornata di festa e di sport promossa insieme a Non Profit Network – Centro Servizi Volontariato Trentino e a La Sportiva per tifare l'Aquila Basket, testimoniare la ricchezza del mondo del volontariato e muoversi in modo ecologico. “L'Aquila, l'ho sempre detto, non può essere solo una squadra di basket”, chiosa il presidente Longhi. “L'Aquila è qualcosa in più, è una situazione sociale. Come ci ha definito il professor Paletta dell'Università di Bologna, siamo una società di comunità. E' questo il nostro valore aggiunto e direi anche, quasi, fondante, che dà senso a quello che facciamo ogni giorno”.
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