Presentati venerdì scorso i risultati “interessanti e, per certi versi, sorprendenti” della ricerca commissionata dalla Provincia all'Università di Trento e a Strategie d'Impresa sul ruolo dello sport come leva di sviluppo territoriale
“Le istituzioni trentine sono disponibili a raccogliere la sfida, lanciata a ottobre dal governatore Ugo Rossi, di una progettualità di lungo periodo, che coinvolga pubblico e privato in un partenariato di idee, strategie e progetti operativi in grado di coinvolgere l'intero sistema socio-economico, focalizzare energie e risorse e sviluppare al massimo il potenziale del settore allargato dello sport”.
Lo ha detto Andrea Gentilini, responsabile relazioni esterne e comunicazione di Cassa Centrale Banca, in apertura del convegno “L'impatto economico dello sport in Trentino. Attualità e prospettive per una strategia emergente”, che si è tenuto lo scorso 27 novembre a Trento.
Nel corso dell'incontro sono stati analizzati i risultati “interessanti e, per certi versi, sorprendenti” della ricerca commissionata dalla Provincia Autonoma di Trento all'Università degli Studi del capoluogo e a Strategie d'Impresa sul ruolo dello sport come leva di sviluppo territoriale. Risultati che incentivano a fare di un settore dinamico e in rapida crescita qual è appunto quello dello sport, il cui impatto macroeconomico è sottovalutato, “un driver di sviluppo, attrattività e competitività per il Trentino”.
“Lo stretto legame tra le banche del territorio e le numerosissime società sportive (948 per 66.301 atleti, ndr) nonché i comitati organizzatori di eventi”, ha sottolineato Gentilini, “si è concretizzato negli oltre quattro milioni di euro di contributi e sponsorizzazioni stanziati nel 2013 dalle Casse Rurali e nel sostegno, con altre realtà del sistema cooperativo trentino, ad alcune grandi manifestazioni come i Mondiali di sci nordico in Val di Fiemme e l'Universiade invernale”.
Del ruolo chiave dell'Università degli Studi di Trento (18 mila giovani sotto i 30 anni) ha parlato il rettore Paolo Collini. “Sport, ricerca e innovazione – ha evidenziato – “sono ormai un tutt'uno all'interno del nostro Ateneo, che recentemente ha avviato, tra gli altri, il progetto 'dual career', mirante a garantire sostegno ai campioni impegnati in percorsi universitari”.
All'Università hanno espresso il loro ringraziamento anche l'imprenditore Lorenzo Delladio, amministratore delegato de La Sportiva, azienda leader mondiale nella produzione di calzature per l'alta montagna (“Vendiamo, insieme al prodotto, anche l'immagine della Val di Fiemme”), e il presidente della Dolomiti Energia, Luigi Longhi, che annovera tra i suoi più fidati collaboratori tre manager formatisi nell'Ateneo trentino.
“Sono proprio le università – ha affermato Francesco Anesi, ricercatore Eurac, l'Istituto per lo sviluppo regionale e il management del territorio, “che spesso consentono di avere una visione di lungo periodo e strategica sul legame innovazione-sport”.
Per internazionalizzarsi definitivamente, il Trentino dovrà approfondire queste tematiche unendo tutti i vertici delle istituzioni.
“Sull'esempio del film Matrix”, ha rimarcato il professor Paolo Bouquet, delegato del Rettore per le attività sportive di UniTrento, “lo scopo della ricerca era appunto di far emergere il valore economico non solo di tutto quello che si vede dello sport in Trentino, praticato dal 43% della popolazione, ma soprattutto di quello che sta dietro: formazione, ricerca, innovazione, manifattura, servizi, trasporti, ICT (Information and Communication Technology), media e no profit”.
Costruito sulla falsariga degli Sport Satellite Accounts europei, lo studio ha infatti mostrato come le attività legate allo sport producano quasi il 6,5% del Prodotto Interno Lordo provinciale, ovvero 1.068.196.242 euro (a fronte di un PIL totale di quasi 16 miliardi e mezzo): molto più del 2,9% del PIL dei Paesi membri dell'Unione Europea.
“Il Trentino ha dunque tutte le carte in regola per diventare uno degli 'hub' dello sport a livello internazionale”, ha dichiarato Edo Grassi, amministratore delegato di Strategie d'impresa. “Ma per primeggiare”, ha proseguito, “nulla va lasciato al caso. Occorrono metodo, concretezza di intenti e obiettivi, consapevolezza dei mezzi a disposizione, conoscenza dei concorrenti, disponibilità a competere e attrattività per il pubblico. Oggi il Trentino è un talento naturale, che può diventare campione”.
Per questo, per favorire il passaggio da strategia emergente a strategia dichiarata, assume ancor più importanza il disegno di legge in materia di sport che è all'attenzione del Consiglio provinciale. “È un articolato che coniuga tre aspetti innovativi”, ha spiegato Tiziano Mellarini, assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile. “Dobbiamo per prima cosa intendere ufficialmente lo sport non solo come attività agonistica, ma anche come attività motoria”, ha precisato in chiusura del convegno, “sottolineandone la valenza economica, ossia il contributo che lo sport offre alla crescita e alla creazione di opportunità di business, e soffermandoci sul ruolo sinergico di ciascuno dei protagonisti – pubblici o privati, economici o sportivi – nella governance del movimento”.
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