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Ed ora è lecito sognare. Certo Milano non è sembrata una squadra già al meglio, deve mettere a punto molti meccanismi e forse la tournee contro gli americani ha pesato sulle gambe.
Ma ieri sera, in un PalaTrento pronto a rispondere presente fin dalla prima di campionato, l’Aquila ha mostrato subito le sue doti migliori, i segni distintivi. Una difesa aggressiva e subito attenta (si fa fatica a segnare all’inizio, da una parte e dall’altra), grinta e intensità. E’ subito Wright a candidarsi come uomo trascinatore, come ci si attendeva. Ma è tutta la squadra a muoversi bene: ottimi Lockett e Pascolo, sempre generoso Forray. E nota più lieta il giovane Flaccadori: quando entra il tabellino di Trento segna 0 su 4 tentativi da 3. Piazza la bomba che sblocca mentalmente l’Aquila: da qui in poi è un allungo costante che porta i padroni da casa a toccare anche un +18.
Milano poi accorcia, ma la sensazione è che Trento controlli agevolmente quanto rientro.
Non sarà la Milano di quest’anno. Crescerà e il ritorno sarà un’altra storia. Ma l’Aquila Basket ieri sera ha battuto le scarpette rosse dell’Olimpia. E’ a suo modo un risultato storico. Quanto basta per guardare con ottimismo alla stagione che viene, quella dell’esordio in Europa. E quanto basta, perché no, per sognare
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