Effetto Marcialonga: un'indagine dimostra che i fedeli fondisti stranieri portano ricchezza in valle. Un indotto di 8 milioni
“Non si tratta di risposte truccate, tanto più che l'indagine non è stata commissionata da noi: ce la siamo trovata già fatta!”. Il patron della Marcialonga, Mario Corradini, lo ha precisato bene giovedì scorso, prima di presentare alla stampa i dati lusinghieri sulle ricadute economiche dell'evento Marcialonga sulle valli dell' Avisio. Per la prima volta, infatti, si è riusciti a “contare” l'indotto complessivo della Marcialonga (calcolando quindi anche le giornate che i “bisonti” trascorrono nelle valli prima e dopo) stimato nella bellezza di 8 milioni di euro, con una spesa media ponderata in 170 euro al giorno per ogni partecipante.
E' curiosa che l'autrice di questo capillare lavoro d'indagine economica sia una fondista provetta, fiemmese doc, la dott.ssa Alice Varesco che della Marcialonga è stata fra l'altro anche “madrina”, eletta come Soreghina in una delle scorse edizioni. Per la sua tesi di laurea in Gestione del Turismo, dello Sport e degli Eventi presso la Libera Università di Bolzano, Alice Varesco è riuscita a raggiungere con un questionario approfondito ben 3402 partecipanti alla Marcialonga (in gran parte stranieri), ottenendo illuminanti risposte sulle caratteristiche della loro partecipazione e soprattutto della loro spesa. Un campione significativo formato al 70% di scandinavi, al 15 di italiani, l'11% di altri Paesi europei e solo il 2 % di russi e altri Paesi stranieri. La fascia d'età più affollata va dai 46 ai 55 anni, la classe sociale è quella medio/elevata con alto livello di educazione. Ma forse il dato più interessante emerge dalle motivazioni del bisonte medio che partecipa non tanto per “divertimento e piacere” (solo 17%), ma ritenendosi un fondista esperto (75%), in cerca quindi di personale soddisfazione sportiva. Se aggiungiamo l'altro 8% che si confessa addirittura a caccia di “alta prestazione” e il 2% di veri professionisti dello sci, emerge il ritratto di una gara popolare sì, ma affrontata in massima parte da fondisti di grande capacità e preparazione: restano davvero pochi i “bisonti” che corrono per stare dentro il tempo massimo, come confermano d'altra parte gli ordini d'arrivo delle ultime edizioni.
Oltre ad essere competitivi e fedeli (molti degli scandinavi si fermano quattro giorni o più), i marcialonghisti spendono non poco, alloggiando in gran parte in strutture ricettive di buon livello; solo il 6% va in affitto. Il 32% degli intervistati spende meno di 400 euro, il 26% si attesta fra i 400 e i 599 euro. Un buon 15% – quasi tutti scandinavi – lascia nelle nostre valli più di mille euro a testa. Altre due conferme, in linea con le Aziende di promozione delle due valli: ogni tre marcialonghisti arriva mediamente una quarta persona al seguito: parenti, amici, supporter… E poi il 30% dei partecipanti fa ritorno nelle valli di Fiemme e Fassa in occasioni diverse dalla Marcialonga, mentre il rimanente 70% costituito in maggioranza da scandinavi non sceglie le due vallate per altri periodi di vacanza.
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