Un successo meritato per il grande spirito di squadra. Il presidente: “Siamo percepiti come un insieme affiatato di persone”
Nella retina, adesso, ci siamo finiti dentro tutti. La vittoria dell'Aquila Basket in gara 3 venerdì scorso in Sicilia (90 a 75 contro l'UPEA Capo d'Orlando) ha catturato definitivamente il grande pubblico trentino, dai bimbi del mininasket ai bisnonni arcistufi di calcio. E anche gli sportivi che fino allo scorso anno non sapevano cosa fosse il pitturato e ignoravano l'astuto ricorso ai falli tattici ora sanno discutere di triple e di time out.
Ma questo successo che vale la massima serie – la A, propria quella nella quale i nonni vedevano duellare la Ignis Varese e la Simmenthal Milano – proietta il prossimo autunno sotto i tabelloni più blasonati d'Italia (Milano, Roma, Cantù e Bologna) un vasto movimento sportivo che in Trentino, soprattutto nel Basso Trentino, era nato fin dal secondo dopoguerra e che ha coltivato a lungo il sogno avveratosi quest'anno: un campionato quasi perfetto ed una doppietta nei play off – contro Torino battuto in gara 5 e l'Orlandina in gara 3 – che vale la promozione. “Storica” è l'aggettivo non retorico, ma anche riduttivo perchè questa squadra fenomenale – come hanno detto il presidente della Provincia Ugo Rossi e il sindaco di Trento Alessandro Andreatta – ha attratto come una calamita tante forze, tante passioni e un pubblico finora molto corretto, formato da tanti giovani e famiglie.
“Non siamo la società di uno solo, ma veniamo percepiti come un insieme affiatato di persone, un grande gruppo” ha detto ai nostri microfoni il presidente Luigi Longhi in una confidenza che riporta all'amalgama societaria il segreto di questo successo sportivo, tale da essere immortalato meritatamente anche nella copertina del nostro settimanale.
Una società che ha molto legato con le realtà più generose del privato-sociale – pensiamo solo alla lotteria per sostenere l'apertura domenicale al “Punto d'incontro” e all'alternarsi delle associazioni di volontariato al Palazzetto, come sottolinea lo stesso allenatore Buscaglia: “Quest'attenzione al sociale si riflette anche nei giocatori – ci ha spiegato – perchè sono i primi a condividere pensieri e modi che sono propri del Club e che loro devono portare anche in campo. Questo ha creato anche un'affezione diversa con il pubblico: si determina un'unione di intenti, per cui possiamo dire che non solo la squadra ma anche il pubblico ha scritto questa storia”.
C'è tempo per aprire il prossimo capitolo, quello della serie A, che richiede un budget di 3 milioni di euro. Eppure se gli aquilotti non perdono questo spirito il PalaTrento potrà felicemente raddoppiare la sua offerta di spettacolo per il week-end: c'è il grande basket accanto alla grande pallavolo.
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