Da un’idea dell’ambasciata italiana tre giorni di sport per giovani locali e rifugiati
Oltre 140 ragazzi tra i 13 ed i 16 anni, ugandesi dei distretti di Arua, Koboko e Yumbe, e rifugiati provenienti dai campi di Bidi Bidi, Lobule, Imvepi e Rhino, sono stati i protagonisti di un’occasione di incontro all’insegna del calcio e dell’inclusione promossa dall’Ambasciata d’Italia a Kampala e dalla Sampdoria. Per tre giorni ad Arua corsi di management e di educazione allo sport, allenamenti ed un torneo di calcio hanno impegnato i ragazzi del West Nile, la regione nel nord ovest dell’Uganda che ospita la gran parte dei rifugiati provenienti dal Sud Sudan e dal Congo.
L’iniziativa è nata da un’idea dell’Ambasciata e si è sviluppata insieme alla Sampdoria, che per la manifestazione ha inviato due suoi allenatori professionisti. All’organizzazione hanno collaborato anche la Federazione delle Associazioni di Calcio Ugandesi, il Comitato Olimpico Ugandese, l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l’Ong trentina Acav, presente nel West Nile da una trentina d’anni con progetti agricoli, educativi ed idrici per migliorare le condizioni di vita delle comunità rifugiate e ospitanti. Ospite d’onore della manifestazione il Ministro ugandese per la prevenzione dei disastri ed i rifugiati Hilary Onek che ha assistito alla finale del torneo ed ha presenziato alla cerimonia di premiazione, così come l’ambasciatore Domenico Fornara. L’entusiasmo e la soddisfazione dei ragazzi sono stati contagiosi e la manifestazione ha avuto una grande copertura mediatica.
L’iniziativa non si è conclusa con il torneo di calcio. Allenamenti e partite fanno infatti parte di un più ampio progetto di tre anni atto a educare i giovani ai principi dell’eccellenza tecnica e manageriale nello sport, favorirne l’integrazione attraverso lo sport e realizzare infrastrutture e corsi di formazione sportiva.
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