Il progetto di didattica solidale sensibilizza e raccoglie fondi contro la malnutrizione
Da Merano, Cembra, Bressanone, Egna e La Villa di Badia in Trentino – Alto Adige, e da altre 298 realtà di tutt’Italia mercoledì 8 maggio è arrivato un messaggio chiaro e forte: la fame nel mondo può essere sconfitta, ma occorre un impegno serio e condiviso. Lo hanno ribadito con la loro partecipazione alla “Corsa contro la fame” scolari e studenti della Scuola Alberghiera “C. Ritz” di Merano, dell’Istituto comprensivo di Cembra, dell’Istituto pluricomprensivo in lingua italiana di Bressanone, dell’IC Bassa Atesina/Sspg “Italo Calvino” di Egna e dell’IIS di 2° Grado di La Villa e Badia. Rispondendo all’invito di “Azione contro la Fame”, organizzazione umanitaria internazionale, i mille scolari e studenti della regione hanno corso idealmente assieme agli altri 76 mila coetanei che hanno dato braccia e, è il caso di dirlo, gambe a questo evento didattico, sportivo e solidale, giunto alla quinta edizione.
L’iniziativa, nata in Francia nel 1997, si è poi allargata a Spagna, Italia e Germania, assegnando un ruolo chiave agli allievi delle scuole partecipanti, ai quali viene chiesto un coinvolgimento attivo nell’essere parte della soluzione al problema della fame nel mondo. La corsa ha raccolto fondi da destinare alla cura e alla prevenzione della malnutrizione infantile.
Prima della corsa, negli istituti scolastici coinvolti rappresentanti di Azione contro la fame hanno tenuto incontri di sensibilizzazione sulle cause e sulle conseguenze della malnutrizione nel mondo, con l’ausilio di un video che illustri i progetti dell’associazione contro la Fame in Ciad, Paese sconvolto da anni di conflitti regionali.
“Anche in questa edizione abbiamo notato che i ragazzi rimangono molto colpiti dal nostro lavoro e ci fanno moltissime domande. Iniziative come la Corsa contro la fame sono importanti anche per questa ragione: far capire alle nuove generazioni che possono davvero fare la differenza, anche abitando dalla parte opposta del mondo,” osserva Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame in Italia.
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