Somm: Dal Trentino al mondo le iniziative di accoglienza di “Casa Padre Angelo”. Ne parla il dott. Mazza al rientro dalla Tanzania
L’accudimento delle madri e delle i bambini, una sollecitudine che dal Trentino si irradia nell’Est europeo e in Africa. Un prendersi cura delle donne migranti o, in genere, in stato di fragilità.
E’ l’orizzonte di intervento dell’Associazione Casa Accoglienza “Padre Angelo”. Ne parliamo con il dottor Antonio Mazza, pediatra, immerso in questa particolare atmosfera di protezione per i più deboli, come in una “missione” che svolge da anni con particolare entusiasmo, insieme ai suoi collaboratori, senza risparmiarsi.
Mazza è rientrato da pochi giorni dall’ Africa, dalla Tanzania, dove il suo sodalizio è impegnato su vari fronti e sempre in sinergia con organizzazioni, gruppi, persone locali e quindi avendo il polso della situazione in presa diretta. Le collaborazioni riguardano di volta in volta il Cuamm, Medici con l’Africa, il locale reparto di Neonatologia presso l’Ospedale di Tosamaganga; le iniziative svolte insieme alle Caritas locali. Non si tratta quindi di interventi calati dall’alto e da lontano ma piuttosto un accostarsi ad iniziative in corso, intraprese ex novo, partnership che continuano da tempo con tenacia e pazienza. Le aree specifiche sono quelle che riguardano il diritto fondamentale e universale alla salute ma l’attenzione è particolare per la protezione delle donne, le più esposte, le più neglette, le più violate. Quasi sempre poco considerate quando in realtà –ci assicura il dott. Mazza – il loro apporto è fondamentale, l’intelligenza del cuore alta e intuitiva. Sono numerosi i progetti avviati: “Una casa per ospitare donne che in vicinanza della data del parto sono accolte per partorire in sicurezza e tornare in seguito al loro villaggio”; attività formative volte a “diminuire la mortalità materno-infantili”; progetti per “ridurre la vulnerabilità degli adolescenti e delle donne infette da HIV nella città di Kampala”.
In Romania, ad esempio, continua un intervento volto alla lotta alle infezioni da HIV –un’infezione sottovalutata- e questo mettendo in rete vari ospedali, da Bucarest a cittadine di periferia.
In Trentino poi continua con tenacia la cura che “La Casa Padre Angelo” mette nei confronti delle ragazze e delle donne. Con la gestione di piccoli appartamenti dove possono avviarsi ad una vita di autonomia e “libertà”. Il progetto titolato “Prove di volo” è proprio rivolto a mamme che hanno fatto un percorso nella gestione quotidiana e adesso sono in grado di cavarsela da sole in una gestione dell’autonomia che è prima di tutto consapevolezza di una ritrovata dignità e bellezza.
A Flavon viene gestita una casa per richiedenti asilo e –osserva il dottor Mazza- se si dovesse arrivare a chiuderla sarebbe un grosso passo indietro, un rischio da non correre, con donne che possono finire ai margini e ritornare sulla strada. E’ grande l’attenzione che si pone nei confronti dell’area materno-infantile: “Chi ha occasione di vedere come vivono queste persone in Africa, in contesti non certo facili, non si stupisce se vengono via e arrivano in Europa!”. Ecco allora l’azione educativa e preventiva a vasto raggio che l’Associazione si propone. Intervenendo nei confronti della “violenza di genere, troppo spesso accettata specie dalle donne passivamente come parte integrante di un modo di essere e di vivere che non prevede possibilità di variazione”. E’ invece sul cambiamento che si insiste, sulla possibilità di mutare il proprio destino. “Africa è donna ed è lei il vero centro propulsore dello sviluppo culturale e sociale dell’Africa.”
Parole ponderate, molto impegnative. Di qui la scelta che è tutta un programma per il dottor Mazza: “Si cammina insieme, senza imporre il proprio passo, la propria visione o le proprie scelte. Solo con queste premesse possiamo sperare in un vero cambiamento”.
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