L’Albania vista da dentro

“Tirana, la capitale, è una realtà, col turismo che sta aumentando in modo notevole. Però altre zone dell’Albania presentano un’arretratezza impressionante, non vi sono possibilità economiche per le famiglie, al momento”. E’ la testimonianza di una giovane albanese, Antonela, in Italia da non molto. Proviene da Durazzo e il viaggio e la permanenza le è costato non poco; il suo bambino lo ha lasciato ai genitori, ha cominciato da poco la prima elementare. E’ un sacrificio lasciarlo, ancora piccolo.

Sono ancora molti – in questo piccolo lembo estremo d’Europa a ridosso della Grecia – i lasciti del regime comunista, fardelli pesanti a volte, che si fanno sentire ancora oggi, pure se sono trascorsi ormai alcuni lustri dalla caduta del regime che si ispirava ai dettami marxisti, nella versione più prettamente di stampo maoista.

“Allora erano tutti uguali, l’essenziale non mancava, ma si rasentava la povertà estrema!”. A distanza di anni i risultati ancora non si vedono appieno, e quando mai si vedranno, se, appena possono, tanti scappano e vanno all’estero, in Italia, ma mete agognate risultano anche la Germania e i Paesi scandinavi, la Spagna e il Portogallo, ovunque si abbiano maggiori opportunità di vivere meglio, sganciandosi da una povertà atavica e stagnante.

E così oggi l’Albania – terra estesa poco più della Sicilia come territorio e con una popolazione uguale alla Toscana – si ritrova come sospesa tra terra e cielo. E un mare che diventa sempre di più meta di turisti italiani e tedeschi, un turismo spesso “mordi e fuggi” come se avere soldi a disposizione potesse giustificare permettersi qualsiasi privilegio, ogni spavalderia. Un pessimo esempio specie per i giovanissimi (l’età media è di 35 anni, dunque un paese che sta fiorendo!), ragazzi che imparano presto che per vivere basta essere opportunisti, inserirsi nell’area giusta, piazzarsi, sopravvivere per un po’ per poi dominare. Senza tanto dannarsi a lavorare. Una vita comoda, senza soverchie pretese.

La corruzione rimane un male endemico, ramificato ovunque, negli ospedali dove se paghi ti curano meglio e prima; nel commercio, dove pagando una mazzetta si evita il controllo fiscale; per non dire della giustizia, dove le sentenze comprate superano di gran lunga quelle eque e legittime.

Sì, passi in avanti ne sono stati fatti, l’elettricità non salta più come succedeva; Internet in certe zone è più veloce, le connessioni rapide, anche rispetto al nostro Mezzogiorno d’Italia; gli smartphone circolano a bizzeffe, e raro è trovare qualcuno che ne possieda “soltanto” uno.

E’ un pullulare di turisti tra i siti archeologici di Durazzo e Butrinto e la tradizione albanese di Berat e Argirocastro. E’ una doppia, tripla moneta quella che circola in parallelo: dollari ed euro si affiancano al lek, sempre più disprezzato e deprezzato a fronte delle monete regine.

La madre sarta, il papà elettricista, Antonela si è detta, a neppure trent’anni, che per garantire un futuro al proprio figlio doveva andarsene e scommettere su un nuovo approdo. Serietà, impegno e tenacia costituiscono gli ingredienti con cui questa giovane donna vuole costruire un futuro per sé e per suo figlio. “Se ti rimbocchi le maniche trovi il tuo posto”, osserva non senza una punta d’orgoglio. Non si può non darle credito.

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