La bomba dimenticata

La questione dell’atomica rimane spesso sottotraccia. Non se ne parla. L’Europa potrebbe farsi garante di un’iniziativa per nuovi negoziati di pace e di disarmo?

La questione nucleare rimane spesso sottotraccia: dimenticata. Ci ha reso come assuefatti, come a dire che le bombe atomiche esistono e non possiamo farci niente. Niente di peggio. E allora la prima cosa è la conoscenza delle bombe che potrebbero dire la parola fine alla Storia. Ce ne rende edotti un libro ricco di informazioni scritto da Manlio Dinucci (Guerra Nucleare. Il Giorno prima, Zambon ed., pag. 304, euro 15) che ripercorre la storia e la cronaca della corsa agli armamenti nucleari dal 1945 in poi. Il 1945, l’anno dell’inutile bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, quando le sorti della guerra erano già segnate e quello sfoggio di potenza non era altro che un odioso, imperdonabile scenario di quella che doveva diventare la superpotenza militare mondiale. Attenzione: oggi l’improbabile e improponibile Trump si propone di ri-armare gli Stati Uniti per ribadire ancora una volta che gli States devono e vogliono essere ancora negli anni avvenire la superpotenza militare e nucleare mondiale. Roba da brividi sapere che la valigetta nucleare la tiene lui sotto il tavolo!

Dinucci denuncia che dalla fine della disgregazione dell’Urss – nel 1991 – sono state fabbricate tante testate nucleari con una potenza complessiva reale corrispondente a circa un milione di bombe come quella che ha devastato Hiroshima. Quali sono oggi le potenze nucleari? Oltre agli Usa e la Russia di Putin, anche Francia, Gran Bretagna, Cina, Pakistan, India, Israele. Il Sudafrica del dopo apartheid è l’unico che ha ripensato la questione rinunciando all’armamento nucleare. Si sta aggiungendo – o si è già aggiunta – a questo orrendo elenco anche la Corea del Nord.

Ma la cosa che impressione di più leggendo questo testo, ponderoso ma fluido, è che si sta discettando di una potenza, quella nucleare militare (rimane sullo sfondo la vexata questio del nucleare civile, quant’è pericoloso, ecc.) talmente distruttiva per il fatto che è in grado di cancellare la specie umana, tutti noi sulla terra, con qualsiasi altra forma di vita mandando all’aria l’intero ecosistema di questa “aiuola che ci fa tanto feroci”. E le potenze mondiali, a cominciare dagli Stati Uniti di Trump, stanno stanziando una montagna di denaro pubblico per un ammodernamento nucleare sempre più costoso e sempre più sofisticato.

Se durante il periodo della “guerra fredda” la strategia era quella della “mutua distruzione assicurata” (l’acronimo Mad equivale alla parola inglese che vuol dire “pazzo”) ultimamente il Pentagono sta pensando alla strategia del first strike, il primo colpo: ti colpisco, cioè, prima che tu abbia alcuna possibilità di reagire. Il fisico nucleare Theodore Postol autore del rapporto conclusivo del Bulletin of Atomic Scientists osserva che la situazione è allarmante e largamente sottovalutata. Secondo lui “l’assioma di poter usare l’arma nucleare in modo limitato e controllabile è una tesi kafkiana, totalmente avulsa dalla realtà”. Con un presidente Trump che ha da poco approvato un bilancio alla Difesa per il 2018 pari a 715 miliardi di dollari (un’autentica follia!) per attuare la sua ideologia dell’America first tutto può succedere, compreso un incidente che darebbe il via ad un’escalation assolutamente incontrollabile e devastante. Senza contare che il nuovo Zar di Mosca Vladimir Putin non sta a guardare e mira ad un sistema di difesa molto sofisticato e molto costoso.

L’Europa è silente. Ma potrebbe farsi garante di un’iniziativa per nuovi negoziati di pace e di disarmo? Ci rendiamo conto che viviamo sopra un vulcano che può eruttare minaccioso e forsennato da un momento all’altro? E che mondo diamo in eredità ai nostri figli, solo poggiato sul terrore delle armi e della atomiche? Orribile. Urge un rinsavimento collettivo.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina