LIsa a caccia di onde gravitazionali

Le onde gravitazionali esistono e si possono misurare? Aveva, dunque, ragione Einstein nella sua teoria della relatività? Proverà a rispondere a queste domande la missione Lisa Pathfinder, che servirà a verificare le tecnologie che saranno impiegate per l'osservatorio di onde gravitazionali, noto in ambito scientifico come “missione Lisa”. Inizialmente previsto per il 2 dicembre, il lancio del satellite che metterà in orbita le necessarie strumentazioni di altissima precisione è stato rinviato in seguito a problemi tecnici sul lanciatore Vega. Lo ha comunicato l'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il lancio del satellite dalla base spaziale di Korou nella Guyana francese è stato riprogrammato per giovedì 3 dicembre alle ore 5.04 ora italiana (quando questo numero sarà già stampato).

La sonda, che rimarrà in orbita per sei mesi, farà da precursore tecnologico al primo osservatorio spaziale di onde gravitazionali pianificato dall’ESA, che sarà pronto entro il 2034. Un osservatorio che rivoluzionerà la nostra conoscenza dell’universo, aprendo la strada a un nuovo tipo di astronomia, basata sull’osservazione diretta delle onde gravitazionali.

Ma cosa sono le onde gravitazionali? Sono increspature nello spaziotempo, onde dovute alla presenza di masse in movimento, che nessuno fino ad oggi è riuscito a osservare direttamente e a misurare. Tra le probabili sorgenti ci sono le galassie o le esplosioni di supernove.

Le onde gravitazionali provocano piccolissime accelerazioni relative di due masse, che Lisa Pathfinder proverà a misurare.

La leadership scientifica della missione è italiana, con l'Università di Trento che ha svolto un ruolo da protagonista. Il gruppo di Gravitazione sperimentale del Dipartimento di fisica dell’ateneo trentino, coordinato dal professor Stefano Vitale, è infatti da più di dieci anni impegnato nella realizzazione di sensori inerziali in grado di cogliere la propagazione delle onde gravitazionali nell’universo. E ora il risultato di anni di ricerca si trova posizionato all’interno del satellite: si tratta di due masse in lega d’oro e di platino, che resteranno sospese in assenza di gravità all’interno della sonda, e un sistema laser che misurerà lo spostamento relativo delle due masse.

“Il 99% dell'Universo ad oggi è invisibile, ma emette onde gravitazionali – spiega il professor Vitale. – Esse attraversano indisturbate qualunque forma di materia o energia, sono emesse da tutti i corpi, visibili o oscuri, ne registrano il moto e portano l’informazione sino a noi dalle profondità più remote dell’Universo. Possiamo paragonarle al suono: arrivano da sorgenti nascoste dietro altri oggetti e ci permettono di individuarle, riconoscerle, valutarne la distanza e seguirne il movimento. Misurare le onde gravitazionali è come accendere la colonna sonora dell'Universo”.

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