Innovazione tecnologica semplice e di forte impatto sociale in Africa
La stufa che favorisce il risparmio energetico e cova le uova ora è anche in grado di ricaricare i cellulari. È questa la nuova “sfida” promossa dall'Istituto Pace Sviluppo e Innovazione (Ipsia) delle Acli trentine in partenariato con la Fondazione Fontana di Trento e Padova e l'associazione Tree is Life in Kenya. L'artigiano trentino Gianni Gecele insieme ad altri volontari ha apportato alla già famosa “stufa che cova le uova” – presentata a Papa Francesco in Vaticano e all'EXPO di Milano e premiata nell'ottobre 2014 a Nairobi con il Green Innovation Award – un'innovazione al passo coi tempi.
La stufa che cova le uova grazie al passaparola è arrivata anche in altri Paesi della Rift Valley come Uganda, Tanzania e Malawi. Semplice nel suo funzionamento, fa risparmiare legna rispetto alla stufa tradizionale africana; riscalda l'ambiente nelle notti degli altipiani e fa da incubatrice prima alle uova e poi ai pulcini. Fabbricata con paglia e fango su una semplice struttura in legno, possiede un paio di vasi di materiale refrattario, dentro i quali viene bruciata la legna. Alla base ha uno spazio che, nelle stufe trentine serviva per asciugare la legna, ma che s'è rivelato un semplice e pratico incubatore per nascere i pulcini.
In un paio d'anni migliaia di stufe sono state auto-costruite e certificate dall'organizzazione kenyota “Tree is Life” nelle comunità di Laikipia e Nyandarua, dove viene realizzato il progetto “Promuovere l'uso di cucine a risparmio energetico e di altre tecnologie domestiche e agricole eco sostenibili per la riduzione della povertà e la tutela dell’ambiente in Kenya”, sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Fondazione San Zeno.
Volontario di Ipsia del Trentino e di Fondazione Fontana, Gianni Gecele ha presentato l’ultima innovazione tecnologica alla stufa al recente Festival dell'Etnografia del Trentino al Museo degli usi e costumi di San Michele all'Adige. “Abbiamo saputo che in Malawi hanno realizzato un sistema per generare energia elettrica a partire dalla stufa e questo mi ha dato gli stimoli per questa sfida”, dice Gecele. “Grazie a un semplice apparecchio venduto in Internet e dotato di presa USB, già usato in Africa per ricaricare i cellulari, il calore della stufa consente ora di ricaricare gli apparecchi elettronici attaccandoli alla presa USB a 5 volt”.
Fin qui quello che è stato fatto utilizzando tecnologie e prodotti noti. “Mi piacerebbe arrivare allo stesso risultato – spiega Gecele – realizzando un sistema in grado di generare energia elettrica dalla stufa alla portata di tutti, auto-costruito con materiali e risorse presenti in loco, a basso costo“.
“Se riusciremo a ridurre ulteriormente i costi di installazione di questa innovativa stufa miglioreremo non poco la qualità della vita di molti che abitano nelle zone rurali”, osserva Fabio Pipinato, presidente di Ipsia del Trentino.
Chi fosse interessato a supportare il progetto può fare una donazione a Ipsia del Trentino. Informazioni: aclitrentine.it/ipsia.
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