“La Sala Professori”, tra atmosfere thriller e analisi sociologica

Un thriller che, pur nella sua semplicità, tiene con il fiato sospeso, e un’analisi sociologica e psicologica sul mondo della scuola. Possono sembrare due film diversi, in realtà si tratta della stessa pellicola: “La Sala Professori” del berlinese Ilker Çatak, che è stata anche candidata agli Oscar.

Ambientato in una scuola tedesca dove, come ripete a più riprese la preside, vige il principio di “tolleranza zero” nei confronti di chi sgarra, il film vede come protagonista la giovane insegnante di matematica e di educazione fisica Carla Nowak (interpretata dall’ottima Leonie Benesch), che con il principio di “tolleranza zero” d’accordo non è.

Quando nella scuola iniziano a verificarsi alcuni furti, in sala professori ognuno comincia a puntare il dito e ad esprimere giudizi. Durante una lezione della professoressa Nowak, in classe fanno irruzione diversi adulti che chiedono a tutte le bambine di uscire per poter poi perquisire i portafogli degli alunni. La scelta del presunto colpevole ricade su un ragazzino di origine turca, che viene convocato nell’ufficio della preside assieme ai genitori.

Contraria ai metodi inquisitori portati avanti dagli altri colleghi e dalla direzione, Nowak si affida ad un sistema “matematico” tanto efficace e semplice quanto controverso: convinta di fare la scelta giusta, lascia accesa la telecamera del suo computer affinché possa registrare ciò che accade nella sala dei professori. Solo così potrà essere stabilito con certezza il vero colpevole, scongiurando il rischio di affidarsi a voci e pregiudizi. In questo modo la professoressa riesce a risalire alla signora Kuhn, segretaria della scuola e mamma del suo alunno più bravo, Oscar. Inizia così il braccio di ferro tra le due donne.

La tensione raggiunge le stelle quando la professoressa Nowak viene intervistata dal giornalino scolastico e la sua immagine finisce in copertina con quella della signora Kuhn, ma anche quando, in occasione di un incontro con i genitori, la signora Kuhn entra nell’aula e, con fare accusatorio, chiede alla professoressa Nowak di rivelare agli altri genitori cosa le ha fatto. Nowak è disposta a tutto pur di salvare il percorso scolastico di Oscar e l’equilibrio della classe, e cercherà di far ragionare – sempre con metodo scientifico – chi ha attorno.

Ma nella scuola, come emerge nel film, sembrano più importanti le opinioni e la voce di chi grida più forte che quella della verità inconfutabile dei fatti.

(A Trento al Supercinema Vittoria, da giovedì 21 a martedì 26 marzo. Orari: www.cineworldtrento.it)

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina