Se n’è discusso in un convegno internazionale a Trento. Verso una collaborazione più stretta tra comunità locali, Organizzazioni non governative e imprese private
Società civile e mondo delle imprese devono saper dialogare sempre di più per costruire una cooperazione internazionale sana, efficace, virtuosa. Le nuove strategie dell’Unione Europea nel sostegno ai Paesi impoveriti scommettono sulla collaborazione tra settore privato e organizzazioni non governative. Se ne è discusso nella conferenza internazionale promossa martedì 30 settembre dalla Provincia autonoma di Trento, dal Ministero degli Affari Esteri e da Alleanza delle Cooperative Italiane nell'ambito del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea.
“Siamo un territorio che sa bene come lo stare in rete sia la strada obbligata”, ha detto il presidente della Provincia, Ugo Rossi, aprendo i lavori nella Sala Depero. Rossi ha ricordato anche come, “pur in un tempo di crisi”, lo 0,25% del bilancio provinciale sia destinato ad interventi di cooperazione internazionale. A testimoniare l’attenzione del Trentino e la sua apertura al mondo sono le oltre 200 associazioni di solidarietà internazionale, i tavoli di cooperazione, il numero crescente di imprese internazionalizzate, la presenza di centri di ricerca impegnati anche su questo versante.
“Dall’aiuto al co-sviluppo”: così Giampaolo Cantini (Ministero degli affari esteri – cooperazione internazionale) ha sintetizzato quelli che saranno gli indirizzi della cooperazione internazionale dell'Unione Europea nei prossimi anni. Concorde l’assessore provinciale competente, Sara Ferrari: “La cooperazione internazionale, sempre più, deve passare da lodevole afflato solidaristico a compiuto ragionamento che cerca e persegue un rapporto stretto e duraturo tra comunità locali, ONG e privati”. La Provincia di Trento è pronta ad accompagnare questo passaggio, ritenuto strategico: “Abbiamo solide competenze da spendere. Possiamo essere un modello da sperimentare anche in virtù della nostra vicenda cooperativa”. Prima di lei, gli appassionati interventi dell'ambasciatrice del Mozambico in Italia, Carla Luìs Mucavi, della direttrice del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, Barbara Pesce Monteiro, e del presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, Diego Schelfi hanno offerto al dibattito stimolanti suggestioni su come affrontare le sfide dello sviluppo con strumenti operativi nuovi, capaci di offrire occasioni di crescita inclusiva e di valorizzare il ruolo del settore privato e dell’associazionismo. La cooperazione trentina, ha ricordato Schelfi, è protagonista in Ecuador, in Perù e Mozambico, dove contribuisce a sviluppare incisive esperienze di cooperative agricole, di credito e di lavoro. E ha annunciato la decisione della Federazione di aprire un ufficio a Pristina, in Kosovo, nella sede dell’Ambasciata italiana, in collaborazione con la Provincia autonoma e il Tavolo Trentino con i Balcani, per promuovere le iniziative delle cooperative trentine in quella regione.
“Dovremo orientarci verso una maggiore collaborazione tra associazioni e imprese nel fare cooperazione internazionale”, commenta ai microfoni di radio Trentino inBlu Fabio Pipinato, presidente di Ipsia Trentino, l’associazione di solidarietà internazionale promossa dalle Acli, osservando che la nuova legge italiana sulla cooperazione internazionale va in questa direzione. Sapendo però, aggiunge, che ci sono dei rischi: “Quello che le imprese sostituiscano le organizzazioni non governative”.
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