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Puntare sull’efficienza energetica diminuendo i consumi del 40% al 2050 rispetto al 2010, introducendo un obiettivo vincolante di riduzione in termini assoluti (e non in termini relativi o indicativi come fino ad oggi previsto); dirottare la domanda di energia, soprattutto del comparto industria e trasporti, dalle fonti primarie non rinnovabili (combustibili fossili, nucleare ecc.) sul settore elettrico, incrementando il contributo di quest’ultimo dall’attuale 20% al 43% nel 2050 (il 30% in più rispetto al 2010); raggiungere il 100% di rinnovabili nel settore elettrico che, con una ‘iniezione’ di energia pulita di 8TWh in più ogni anno, ridurrà del 97% le proprie emissioni di CO2 rispetto al 1990.
Sono i tre capisaldi del percorso ‘salva-clima’ che l’Italia dovrà intraprendere – seguendo l’esempio di Germania e Regno Unito – per attenersi alla tabella di marcia con cui l’Unione Europea mira a ridurre le proprie emissioni di gas serra dell’80-95% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. Tra gli strumenti proposti dal WWF (vedi scheda di approfondimento in coda), una fiscalità taglia-emissioni che regoli, per esempio, l’IMU sulla base della classe energetica della casa, il bollo dell’auto sulle emissioni inquinanti anzichè sui kW del veicolo e che sostituisca l’IVA sui prodotti con l’Imposta di Carbonio Emesso (ICE), ovvero la tassa sul loro contenuto di CO2 nelle varie fasi di processo.
E’ quanto indicato dal WWF Italia nel rapporto “Obiettivo 2050, – Per una roadmap energetica al 2050: rinnovabili, efficienza, decarbonizzazione”,realizzato da REF – E, (EconomicsEngineering Energy Environment).
Lo scenario energetico indicato dal WWF Italia fino al 2050, agganciandosi all’obiettivo ‘20-20-20’ del pacchetto clima ed energia dell’Unione Europea (che stabilisce per gli Stati dell’Eurozona il raggiungimento entro il 2020 del 20% di riduzione dei gas serra, risparmio energetico e rinnovabili), individua nel 2030 una tappa fondamentale, con target specifici, in grado di creare i presupposti per realizzare i risultati del 2050 (Vedi tabella sotto).
1. Efficienza energetica. La prima ‘corsia’ del triplice percorso proposto dal WWF per l’Italia riguarda l’efficienza energetica e prevede entro il 2050 la riduzione dei consumi energetici del 40% rispetto a quelli del 2010 con due tappe intermedie: – 5% al 2020 e -16% al 2030 (laddove queste percentuali sono da intendersi in termini assoluti e non relativi come prevede l’attuale normativa) con una diminuzione dello 0,5% l’anno fino al 2020 e dell’1,2% nel periodo 2020 – 2030.
2. Incremento della quota elettrica nella domanda di energia.Parallelamente alla progressiva riduzione di consumi del 40%, la seconda corsia del percorso WWF ‘viaggia’ verso un aumento della quota elettrica del bilancio energetico partendo dall’attuale 20% per arrivare, con un incremento annuo dello 0,7% , al 28% nel 2030 e al 43% nel 2050, il 30% in più rispetto al 2010.
Trasporti, industria e abitazioni sono settori strategici d’intervento per l’aumento della quota di elettricità. In particolare per i trasporti, che ricoprono ben 1/3 dei consumi energetici, il WWF Italia prevede, contestualmente alle altre forme di mobilità sostenibile, il trasferimento al 2050 del 50% della domanda di energia dai combustibili fossili all’elettrico attraverso l’incremento di auto elettriche, per i privati, e della trazione elettrica nel settore merci, oltre al ricorso ai biocombustibili e ad altre azioni correttive come il decentramento dei servizi, una pianificazione urbanistica più efficiente e politiche per la distribuzione oraria della domanda di punta. Per l’industria e le abitazioni invece la strategia ‘taglia-emissioni’ del WWF indica nel 2050 l’aumento della quota di elettrico della domanda di calore al 35%, per i consumi domestici, e al 50% per quelli industriali.
3. 100% rinnovabili al 2050 nel settore elettrico. La terza strada maestra per la decarbonizzazione indicata dalla roadmap WWF è quella che porta al 100% di energie rinnovabili nel settore elettrico entro il 2050: partendo da una quota del 25% del 2010, pari a circa 77 TWh, si arriva a raggiungere, con un incremento medio di 8 TWh l’anno dal 2020, il 60% nel 2030 (pari a 219 TWh) fino al traguardo nel 2050 del 100%, per un totale di 400 TWh. Un’operazione che comporterebbe investimenti che vanno dai 7 ai 9 miliardi di euro l’anno nel periodo 2020-2050, corrispondenti allo 0,5% del PIL.
Le emissioni di CO2 del settore termoelettrico italiano diminuirebbero così nel 2030 del 50% rispetto a quelle attuali (- 60% rispetto al 1990) per un totale di 55 Mega tonnellate (Mt) e, nel 2050, del 97% rispetto ai livelli del 1990, ridotte cioè a circa 5 Mt legate agli interventi di riserva di centrali a gas. Un toccasana per il clima che potrebbe alimentare la‘rivoluzione green’ da parte di cittadini e imprese: l’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che con questi interventi raggiungerebbe i 68 TWh nel 2030, raddoppiando nel 2050 con 134TWh.
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