Le cascate nelle cartoline: hanno cento anni le più famose. Parla Carmelo Nuvoli, curatore del Museo di Isera

Il fascino delle cascate trentine vola lontano. Anzi, per tanti decenni, è volato lontano sulle ali delle cartoline che i primi turisti-escursionisti inglesi e tedeschi inviavano in patria per far conoscere le bellezze dolomitiche: erano i primi “selfie” della storia, come a dire: “Qui, sotto queste cascate, io ci sono stato”. Non a caso i soggetti trentini più rappresentati nel patrimonio iconografico locale delle cartoline sono le cascate del Nardis in val di Genova: con la loro fragorosa potenza avevano affascinato i primi illustratori e poi anche i primi fotografi.

“Buona parte delle cartoline da noi catalogate col soggetto cascata si riferiscono proprio alla val Rendena e alla val di Genova”, conferma la massima autorità in materia, Carmelo Nuvoli, fondatore e curatore da 21 anni del Museo della Cartolina di Isera, l'unico in Italia. “Altre due cascate abbastanza rappresentate sono quelle gardesane del Varone e del Ponale”, precisa Nuvoli, che osserva come le prime immagini in bianconero risalgano addirittura alla fine dell'Ottocento (una risulta “viaggiata” nel 1899). Qualche scorcio significativo – utilizzato da editori locali a fini di promozione turistica – è dedicato alla forra di Ponte Alto e alla cascata del Rio Nero in Pinè. “Un altro soggetto presente nella nostra collezione è la cascata fra Cles e Tuenno e poi quella generata vicino alla diga di Santa Giustina sempre in val di Non”, conclude Nuvoli che comunque rileva anche come alcune altre cascate famose non abbiamo trovato dignità…di cartoline. Chi peraltro volesse colmare questa lacuna di documentazione può segnalare le sue cartoline al Museo di Isera (tel.0464-4208409 che resta visitabile tutto l'anno (a parte il periodo 15 agosto – 4 settembre) con orario 9-12; 14.30-17. E' un laboratorio vivace dove gli appassionati possono scoprire chicche di storia, geografia e scienze naturali, come quelle nascoste dentro molte cascate.