“Ex Oriente lux”. Così s’intitola quest’anno l’ormai tradizionale concerto di Natale che il Coro della SOSAT offre alla città insieme a Vita Trentina sabato 15 dicembre alle 20.30 nella chiesa del Santissimo in corso Tre Novembre.
L’Oriente perché è il punto dove appare la luce, l’orizzonte sul quale sorge la stella cometa che orienta i pastori e che fa risplendere la notte più misteriosa dell’anno. E forse non è un caso se la parte più mistica e ieratica del cristianesimo sia rimasta – dopo lo scisma che ha segnato il passaggio tra primo e secondo millennio – nelle diverse tradizioni che segnano le chiese orientali. C’è una sottile nostalgia nell’idea di recuperare un accento perduto, lo splendore di una liturgia così lontana dalla nostra sensibilità.
L’Oriente – soleva dire Joseph Ratzinger – era l’altro polmone con il quale respirava la Chiesa del primo millennio, rimasta orfana, nel secondo, di quella parte del continente da dove sorgono sole e stelle.
Saranno le cadenze solenni introduttive dei riti natalizi d’Oriente a costituire il filo rosso dei cinque momenti in cui si articolerà il concerto. Cinque partizioni pensate come momenti unitari introdotti da un inno eseguito da tre solisti. La loro voce intonerà introiti della liturgia bizantina, greco ortodossa, armena, ucraina e russa, annunciando le cinque tappe che caratterizzeranno l’evento: il cielo, la terra, la donna, la manifestazione, il cosmo.
Sono le chiavi di volta per interpretare il Natale: il cielo, prima di tutto, tema legato alla vigilia, ad una veglia che fa della notte un momento di attesa, di fiducia. La terra, poi, perché essa diviene luogo prezioso, patria dell’Incarnazione, casa che accoglie la luce; compimento reso possibile dalla Donna dell’accoglienza, che si fa icona dello stupore. Da questo incontro tra cielo e terra, reso possibile dalla fragilità e dall’amore di una donna, scaturisce la luce, la manifestazione di un Dio bambino, quarto tappa del concerto. Ed infine, il cosmo: il riconoscimento universale della nascita, di una pace possibile e destinata a tutti, oltre i confini, oltre i tempi e le storie.
In ognuna di queste sequenze, il nostro Coro eseguirà brani del proprio repertorio adattandoli al significato della narrazione. C’è dietro a questa scelta, la convinzione che la musica popolare di montagna non sia solo un prodotto da presentare ad un pubblico abituale, ma che essa sia, viceversa, parte viva di una tradizione incarnata nel canto, di un sentimento collettivo che si fa icona di una storia. In questo senso possiamo dire che la musica popolare della nostra terra ha un’anima e possiede una valenza liturgica. Per questo, nel momento solenne del Natale, essa esprime qualcosa di più del semplice folklore: si fa compagnia, accompagnamento, coro, appunto.
E’ dentro questo orizzonte che il Coro della SOSAT vuole stringere in un abbraccio ed augurio la propria gente, ringraziando Vita Trentina per la collaborazione, nell’organizzazione di questo evento condiviso, ormai collaudata. Il concerto del 15 dicembre sarà preceduto da un’anteprima speciale a Rovereto, venerdì 14 sempre alle ore 20.30, presso la chiesa della Sacra Famiglia con dedica ai ragazzi della Fondazione Amalia Guardini, alla loro ingenua generosità, al loro incanto: anche i loro occhi sono un oriente al quale guardare.
Andrea Zanotti
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