Un concerto vitale ed energico della cantante romana a Trento: ironica e generosa
Da "La prima volta al mondo" a "Bambini", esplorando le sonorità del nuovo album e ripercorrendo i successi della sua trentennale carriera, "Il secondo cuore" di Paola Turci batte con forza e serenità. La cantante romana lo ha svelato in un concerto vitale ed energico, percorso a ritroso fino alle origini e, al tempo stesso, approdo ed espressione liberatoria di autentica rinascita, mercoledì 17 maggio facendo tappa con l'omonimo tour all'Auditorium S. Chiara, a Trento.
Il nuovo lavoro, uscito a fine marzo, era stato anticipato dal successo, anche radiofonico, di "Fatti bella per te" con cui è arrivata quinta allo scorso Festival di Sanremo, mostrando la maturità umana e musicale raggiunta, a partire dall'immagine scelta per la copertina del disco. Lato destro e sinistro del volto sono uno di fronte all'altro, scoperti: un faccia a faccia con se stessa che è il guardarsi senza paura di chi ha fatto i conti con le cicatrici lasciate dall'incidente automobilistico del 1993 e intraprende "solo una vecchia strada/dentro le scarpe nuove". Quella già avviata all'insegna di una continua ricerca personale con l'autobiografia "Mi amerò lo stesso" (Mondadori, 2014) e il debutto nell'omonimo monologo teatrale nel 2016.
Personalità e grinta sono ora rivestite di un sound arricchito di venature elettriche che coinvolge al primo ascolto – merito della produzione di Luca Chiaravalli – e, radiosa nell'elegante abito nero, una Paola Turci intima, ironica e generosa ha meritato l'affetto e i calorosi applausi del pubblico.
La musica salva, risana e le parole dei testi lasciano il segno: il brano sanremese è un invito all'auto-accettazione, senza lasciarsi condizionare dal giudizio altrui, e a convivere con le ferite e le cicatrici che la vita infligge, visibili e invisibili, per andare oltre "uno stato di calma apparente" e liberarsi delle maschere che precludono l'incontro reale con se stessi e con gli altri. In "La vita che ho deciso", Turci canta, infatti, un "c'è sempre bisogno di te" che ognuno può sentire positivamente rivolto a sé a non arrendersi: c'è un altro cuore oltre quello che regola il funzionamento del nostro corpo, inteso "in un'accezione in parte spirituale, luogo dell'ispirazione e dei sentimenti", a cui attingere il ritmo di un cambiamento rigenerante.
Da una morbida "Volo così", al rock di "Mani giunte" e "Sai che è un attimo", dalla prima canzone scritta in dialetto romano, "Ma dimme te", omaggio ad Anna Magnani, alla "Piccola canzone d'amore", il secondo cuore batte intensamente, concludendosi con un tris atteso: "Fatti bella per te", la cover di "Un'emozione da poco" di Anna Oxa e "Bambini".
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